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La moglie del tennista e quel brutto presentimento: "I cellulari squillavano a vuoto"

Barbara Carota, la moglie di Andrea Silvestrone, ha scoperto dal web che il marito e i figli erano rimasti coinvolti nel tragico incidente

La moglie del tennista e quel brutto presentimento: "I cellulari squillavano a vuoto"

"Nessuno mi ha informata, nessuno, tutti i cellulari squillavano a vuoto". È dilaniata dal dolore Barbara Carota, la moglie di Andrea Silvestrone, il tennista morto assieme ai due figlioletti di 8 e 13 anni nel drammatico incidente sulla A14, all'interno della galleria di Grottammare (nella provincia di Ascoli Piceno), sabato mattina. La donna, che lavora come operatrice socio-sanitaria in una clinica privata nella zona di Pescara, ha appreso la notizia della tragedia da internet. "Avevo un brutto presentimento, pensavo a Nicole, Diego e Brando, allora quasi d'impulso ho digitato il nome di mio marito Andrea insieme alla parola incidente su un motore di ricerca e ho scoperto ciò che era successo", racconta al telefono con la giornalista Mila Cantagallo de Il Gazzettino.

La notizia della tragedia

La vita di Barbara e della sua famiglia è stata stravolta in una manciata di minuti, attorno alle 10.30 di ieri mattina, quando è avvenuto lo schianto mortale tra la vettura di Andrea e un tir. Nell'incidente sono morti il marito e due figli, Nicole e Brando. Diego, il secondogenito della coppia, è sopravvisuto alla tragedia ma le sue condizioni restano critiche. "Cerco di avere notizie dall'ospedale, ma non è facile averne. - dice la donna - Forse mio figlio non è più in pericolo di vita, però non ne ho la certezza, ho poche e frammentarie informazioni, prego e spero che sia vero". Poi la voce si spezza: "Non ce la faccio a parlare".

Il ricordo

Barbara e Andrea si erano conosciuti 18 anni fa, sulla spiaggia di Montesilvano, in Abruzzo, meta delle vacanze estive per il tennista. Sin da subito, avevano fatto progetti per il futuro: una casa, tre figli e un cane. Pochi mesi dopo il matrimonio, Andrea aveva scoperto di essere affetto da sclerosi multipla. Barbara lo ha sostenuto e incoraggiato. "Una famiglia meravigliosa - ricorda Katia, amica del cuore della donna, una delle prime persone a cui Barbara ieri ha telefonato per chiedere conforto - i ragazzi erano educati, affettuosi e tanto uniti, si sostenevano reciprocamente, ma soprattutto erano di grande aiuto per il papà nella sua disabilità".

E ora non resta che il dolore e l'ombra di una tragedia con i contorni ancora da chiarire.

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