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Nigeriano tenta di violentare carabiniera e attacca i colleghi intervenuti in soccorso

Arrestato il 25enne africano accusato di violenza sessuale, resistenza e lezioni

Nigeriano tenta di violentare carabiniera e attacca i colleghi intervenuti in soccorso

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Nell'inferno dei Cpr che rischiano di essere svuotati a colpi di sentenze ci sono donne e uomini che rischiano la vita e di cui nessuno si occupa. L'altro giorno al Centro per il rimpatrio di Ponte Galeria a Roma - la notizia si è saputa solo ieri - una donna carabiniere è stata oltraggiata e molestata da un nigeriano con precedenti per stupro. Senza che nessuno le abbia offerto solidarietà.

Colpa di una situazione esplosiva, che da mesi espone a seri rischi di incolumità sia gli operatori dei Cpr (medici e infermieri) sia poliziotti e carabinieri impegnati a gestire immigrati disperati, a volte ex detenuti o sotto psicofarmaci o metadone, in un rapporto di 110 a 15. Numeri che segnalano un allarme inascoltato perché ovattato dal solito buonismo sull'accoglienza indiscriminata, tanto che solo qualche giorno fa è stata sedata a fatica una rivolta. Poteva scapparci il morto anche l'altro giorno nell'infermeria del Cpr. Sabato 30 settembre intorno alle 12.30 un nigeriano di 25 anni ha tentato di violentare una donna carabiniere e ha aggredito i colleghi che avevano cercato di aiutarla. Secondo una prima ricostruzione, l'uomo avrebbe finto un litigio, mimando una mossa di boxe, per distrarre uno degli agenti, un diversivo perfettamente riuscito. Poi lucidamente si è scagliato contro il carabiniere donna, l'ha afferrata per lo chignon provando a baciarla. L'agente è riuscita a divincolarsi e l'uomo le ha leccato il volto fino agli occhi.

Al primo collega che è prontamente intervenuto il nigeriano, dopo un finto atteggiamento collaborativo, si è scatenato contro di loro, cercando di sottrarre a uno dei due lo sfollagente dalla cintura. Per fortuna è intervenuto un maresciallo dei carabinieri della stazione di Ponte Galeria in servizio presso il Cpr che l'ha bloccato prontamente, riuscendo a immobilizzarlo a terra e ad ammanettarlo, riportando ferite al ginocchio, allo zigomo destro, al viso, in testa e al braccio destro. Per la 27enne carabiniere donna in stato di choc si è attivato il codice rosso. Tenuto nelle camere di sicurezza della caserma di Casal Palocco, davanti ai giudici della quinta sezione penale l'immigrato ha balbettato frasi sconnesse, ammettendo solo parzialmente le sue responsabilità. Verrà processato per resistenza, lesioni e violenza sessuale con rito abbreviato, subordinato all'esame psichiatrico chiesto dal legale Francesco Bicarini, pur restando in custodia cautelare in carcere «Va bene, lì mangio e sto bene», ha detto il nigeriano pluripregiudicato).

Non è la prima aggressione alle forze dell'ordine e non sarà l'ultima. I Cpr di fatto sono come dei penitenziari in cui è facile procurarsi droga dall'esterno (ci sono stati anche immigrati morti di overdose dentro la struttura) e in cui i migranti sotto farmaci fingono di assumere le medicine salvo venderle sottobanco ad altri disperati.

Il segretario dell'associazione sindacale dei carabinieri Unarma Antonio Nicolosi ribadisce quanto già denunciato in precedenza: «La situazione è fuori controllo chiediamo aiuto e sicurezza per i nostri militari lasciati in 5 con oltre 100 migranti».

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