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L'ultima follia del politicamente corretto: la schwa all'esame di maturità

Il maturando ha utilizzato la e rovesciata durante la prova di italiano lanciando una sfida per "un linguaggio più inclusivo". A conti fatti ha sfidato "solo" la grammatica italiana

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L'ultima follia del politicamente corretto: la schwa all'esame di maturità

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Né maschile né femminile, per la prima volta durante una prova di italiano è stata utilizzata la schwa, la "e" rovesciata adottata dalla comunità non-binary. A riportarlo neanche a dirlo è Repubblica che ha intervistato lo studente del Liceo Plinio Seniore che ha scelto di inserire nell’esame di maturità questa nuova modalità comunicativa: “Un gesto di sfida verso il sistema scolastico e la società tutta”.

Il maturando Gabriele Lodetti, che fa parte del collettivo studentesco - antifascista e transfemminista - Venti Novembre e dell’associazione studentesca di sinistra Rete studenti medi, ha scelto la traccia di attualità (tipologia C) che prevedeva una lettera aperta sull’esame di maturità 2021 indirizzata all’allora ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi.

"Uso la schwa anche nelle chat con i miei amici"

L’attivista ha deciso di analizzare la storia dell’esame di stato inserendo pareri sull’attuale sistema scolastico utilizzando il linguaggio che, a detta sua, utilizza con gli amici nella quotidianità: “La schwa è ormai entrato nel mio modo di pensare e sarebbe complicato non utilizzarlo per esprimermi” ha detto Gabriele. “Volevo dimostrare che utilizzare una forma di linguaggio che rappresenti tutti e tutte è possibile, anche durante una prova importante come l’esame di Stato”.

Ma cosa è la schwa? Trattasi di una “e” capovolta presente in alcune lingue scritte che in teoria permette di parlare inclusivamente a una persona di cui non vogliamo presumere identità e genere. Il suono di questa lettera è "shuàa", con una "a" allungata sul finale.

Anche l'accademia della Crusca contro

L’utilizzo di questa consonante era già stato sconsigliato dall'Accademia della Crusca che nel marzo di quest’anno aveva risposto con un parere formale espresso dal Consiglio direttivo, ad un quesito sulla scrittura rispettosa della parità di genere, negli atti giudiziari, posto dal Comitato Pari opportunità del Consiglio direttivo della Corte di Cassazione. La Crusca ribadiva l’ovvio. Ovvero che «va escluso tassativamente l'asterisco al posto delle desinenze dotate di valore morfologico» e lo stesso vale per lo schwa.

Più che un gesto di sfida verso la società, quello del maturando romano, è un gesto di sfida alla grammatica.

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