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"Siamo partiti". Ma la nuova nave Ong è già ferma per problemi tecnici

La nuova nave Ong "punk" con bandiera inglese si ferma per un guasto ai motori. Ennesima dimostrazione della scarsa sicurezza di queste imbarcazioni

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Siamo entrati nella bella stagione e, nonostante i flussi migratori verso l'Italia da parte dei migranti non si siano mai interrotti ma, anzi, nonostante la stagione invernale siano aumentati, ora aumentano le navi Ong nel Mediterraneo. Oltre alle solite, che ormai abbiamo imparato a conoscere, un'altra è stata messa in mare negli ultimi giorni. Si tratta della Sea Punk I, imbarcazione registrata come offshore support vessel, varata per la prima volta nel 1969 e battente bandiera del Regno Unito. Fino al 2009 il suo nome era Julie H., poi nel 2012 è diventata Ocean Dawn.

"Tre anni e mezzo di preparazione finiscono oggi. I Sea Punks sono appena partiti per l'area operativa. Intoppi, ritardi, la fine di tutto il nostro potere. Ne è valsa la pena. Da una piccola idea dell'autunno 2019 questo è diventato qualcosa che tutti noi non avremmo mai immaginato", si legge nel profilo della Ong. L'idea è nata da tre fratelli Benjamin, Raphael e Gerson, che hanno proposto a diverse Ong tedesche di poter far entrare la nave nella loro flotta. Hanno trovato supporto nella Ong Mission Lifeline, che però li ha scaricati dopo poco tempo, perché non ritenuti in grado di oprare sotto le loro insegne. "Insieme a tante persone, abbiamo reso operativa una nave di soccorso. La perseveranza ne è valsa la pena, ci siamo messi a fare quello che possiamo e dobbiamo fare. Il Mar Mediterraneo è ancora una fossa comune, al momento sempre più persone si fanno strada verso un futuro più vivibile, morendo a migliaia. Finché questo non cambierà, noi aiuteremo. Solidarietà e Resistenza! Combatti il razzismo, salva vite", si legge ancora nel posto pubblicato da Sea Punks.

Tanti i proclami entusiastici di ingresso nel grande sistema delle Ong ma la nave ha fatto appena in tempo a lasciare il porto spagnolo in cui è avvenuta la preparazione, che la nave ha dovuto fermarsi. Loro stessi hanno annunciato l'aborto dell'operazione: "Dopo la prima notte, piena di brutto tempo, parte dell'equipaggio era a terra. Poi, proprio mentre stavamo per superare Maiorca, ci sono state brutte notizie dalla sala macchine. Una perdita nel refrigeratore dell'olio: nulla che possa essere riparato in mare". Le domande che ci si pone davanti a tutto questo sono tante ma soprattutto ci si chiede se davvero ci si possa improvvisare in questo modo, mettendo ulteriormente a rischio le persone che verranno recuperate, se la barca non riesce a sopportare nemmeno un po' di mare in un'area interna nel bacino.

Il caso della Sea Punk, nave vecchia riadattata per uno scopo che non è quello per il quale è nata, è emblematico e non basta essere punk e vendere magliette per mettersi in mare e andare a recuperare i disgraziati che prendono il mare.

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