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Dopo l'assalto alla Roccella i manifestanti contro gli Stati generali della natalità: scontri e feriti

I manifestanti degli Stati generali della natalità, dopo aver costretto il ministro Roccella a lasciare il palco, hanno cercato lo scontro con la polizia

Roma, Stati generali della natalità: scontri tra manifestanti e polizia

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Stati generali della natalità, scontri tra manifestanti e polizia

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Dopo aver cercato di censurare il ministro Eugenia Roccella, poi costretta a lasciare il palco degli Stati generali della natalità di Roma per permettere la prosecuzione regolare dell'evento, quest'oggi i manifestanti hanno provocato nuovi scontri con la polizia. Un corteo, partito da piazzale degli Eroi, con un percorso senza autorizzazione, è stato fermato dalla polizia in via Leone IV.

Gli agenti della mobile di Roma sono stati in più occasioni aggrediti dagli studenti, che contro lo schieramento di polizia hanno lanciato diversi oggetti, tra i quali vernice spray, vasi, fioriere, scarpe con il tacco rosso, simbolo della lotta contro la violenza sulle donne. Un tema, per altro, sul quale questo governo in poco più di anno ha fatto molto di più rispetto ai governi che l'hanno preceduto. Non riuscendo a fermare il corteo, che si stava dirigendo verso una zona interdetta, per preservare la sicurezza pubblica, la polizia è stata costretta a intervenire con cariche di alleggerimento per respingere i manifestanti. Sono in tutto 5 i feriti negli scontri, mentre un ragazzo è stato fermato dagli agenti e portato in commissariato. Questo è quello che riportano gli stessi studenti, denunciando ancora una volta la violenza della polizia.

"Noi avevamo l'obiettivo di andare a contestare gli Stati generali della Natalità. In questura ci è stato più volte vietato di fare il corteo ma alla fine siamo riusciti a imporci e farci autorizzare un percorso. Provando ad arrivare vicino all'Auditorium della Conciliazione è partita una carica da parte della polizia che ha fermato un ragazzo di 16 anni", spiega un manifestante. Ora, i contestatori pretendono di sapere dove è stato portato il loro compagno, con il quale non riescono a mettersi in contatto per il momento. Ma i manifestanti si contraddicono da soli, perché un secondo partecipante ha ammesso che il corteo è stato deviato rispetto a quello che la questura avrebbe autorizzato.

"Abbiamo deviato il corteo per andare a manifestare agli Stati della natalità. Il problema della denatalità è grave e serio ma è dovuto al fatto che i giovani non possono permettersi di fare figli perché non ci viene permesso se hai un lavoro precario con cui a malapena riesci a sostenere te stesso è impossibile sostenere una famiglia intera", ha dichiarato uno dei 250 ragazzi che hanno partecipato al corteo. Ancora una volta, i manifestanti hanno trasgredito alle indicazioni loro fornite, esponendosi a una reazione della polizia, il cui dovere è quello di proteggere gli obiettivi sensibili. In questo caso una location in cui si stava svolgendo un convegno.

E nel momento in cui i manifestanti tentano anche di violare un blocco di polizia, non possono pretendere di non ottenere risposte dagli agenti.

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