Nazionale

"Un'altra Saman". La 19enne indiana si ribella al matrimonio combinato

Una ragazza indiana di 19 anni ha raccontato di essere stata picchiata dai genitori per essersi opposta al matrimonio forzato con un connazionale. Le minacce del padre: "Ti taglio la gola"

"Un'altra Saman". La 19enne indiana si ribella al matrimonio combinato

"Sto cercando di salvare una ragazza che ha una storia identica a quella di Saman ma la burocrazia non se ne fa carico ed emergono tutte le falle del sistema". Lo racconta a Repubblica l'avvocato Barbara Iannuccelli, uno dei legali del fidanzato di Saman Abbas, a proposito di una 19enne indiana maltrattata dai genitori per essersi opposta al matrimonio forzato con un connazionale. "Ti taglio la gola", le avrebbe detto il padre quando ha scoperto che si era innamorata di un altro ragazzo. La giovane, che ha denunciato i familiari, sarà collocata al più presto in una struttura protetta.

I maltrattamenti

Isolata e tenuta a digiuno per due giorni. Lo ha messo a verbale la ragazza denunciando i genitori per maltrattamenti e costrizione al matrimonio. Stando a quanto trapela all'Ansa, la 19enne ha dettagliato il racconto con una serie di episodi. Uno in particolare: i familiari le avrebbero dato da bere del latte dal "sapore cattivo" che l'ha fatta addormentare e poi risvegliare con un gran mal di testa. Non solo. In un'altra occasione, il padre si sarebbe seduto di fronte a lei dandole dei calci nelle gambe.

"Come Saman, la picchiano"

Un "caso fotocopia" di Saman Abbas, la 18enne pachistana uccisa a Novellara nella notte tra il 30 aprile e l'1maggio del 2021 per essersi opposta alle nozze combinate con un cugino nel Paese d'origine. "Padre, madre, zio, nonna la picchiano, la tengono segregata, - conferma l'avvocato Iannuccelli a proposito della 19enne indiana - le hanno preso i documenti perché rifiuta un matrimonio forzato, si è innamorata di un altro ragazzo". La prima segnalazione alla polizia è stata fatta dalla scuola a fine marzo, dopo che una parente della giovane telefonò per dire che la ragazza non stava bene e aveva perso il cellulare. Ma il giorno seguente, la ragazza raccontò a un insegnante di non aver avuto malattie, che il telefono le era stato tolto e mostrò anche dei segni sul collo. A suo dire, sarebbe stato il padre a farglieli dopo aver scoperto che la figlia ripudiava il promesso sposo.

La richiesta d'aiuto

Ieri pomeriggio, di ritorno da scuola, i genitori le hanno sequestrato nuovamente il cellulare. Disperata, la 19enne ha contattato l'avvocato sui social: "È riuscita a comunicare con me grazie ai social, ha chiesto di vederci - dice Iannuccelli - ho cancellato tutti i miei impegni, l'ho fatto per una forma di riscatto personale rispetto alla situazione di Saman che non ho potuto gestire, non l'ho potuta salvare".

La denuncia

Accompagnata dal legale in commissariato, la ragazza ha denunciato i familiari per maltrattamenti e costrizione al matrimonio. Nonostante abbia verbalizzato, alla vittima non è stata prospettata ancora alcuna soluzione: "Io capisco che una situazione d'urgenza si possa scontrare con le falle del sistema, - spiega Iannuccelli - posso immaginare che i servizi sociali abbiano cercato un posto protetto ovunque, ma quelle cinque ore sono state tempo perso, con una ragazza che vive una situazione terribile e che ha capito che la sua vita sarebbe cambiata per sempre, ritrovandosi da sola al mondo, se non con me e altre persone, come la sua preside, che si sono assunte anche un dovere morale al di là del loro lavoro".

L'appello: "I genitori la stanno cercando"

La giovane è stata affidata alla preside dell'istituto che frequenta, la quale si offerta di ospitarla. "mettendo a repentaglio la sua incolumità perché i genitori la stanno cercando", avverte Iannuccelli. Poi conclude: "Io mi sarei aspettata che lo Stato rispondesse, è un codice rosso, sono reati gravissimi. Invece dopo cinque ore di pianti, ci si schianta contro la realtà. Gli strumenti ci sono ma non vengono applicati".

Stando a quanto apprende l'Ansa, la Questura di Bologna (territorio dove è presente la scuola frequentata dalla ragazza, che invece risiede nel Modenese) si è attivata per la collocazione in una struttura protetta.

Commenti