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Teledermatologia in Italia e case study di successo. E in Europa?

La teledermatologia è il nuovo traguardo della telemedicina: grazie al servizio di consulenza digitale è possibile monitorare a distanza l'andamento delle malattie cutanee. I case study di successo in Italia e la sperimentazione europea

Teledermatologia in Italia e case study di successo. E in Europa?
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In Italia, così come in altri Paesi del mondo, c'è una domanda crescente di specialisti in teledermatologia: la nuova frontiera della telemedicina applicata in ambito dermatologico. Disporre di referral digitali, per le cosiddette "cure secondarie", è una sfida possibile ma, soprattutto, una preziosa opportunità per implementare le prestazioni ambulatoriali erogate dagli specialisti e dalle strutture sanitarie del territorio. A tutto beneficio del paziente che ha la possibilità di monitorare l'andamento della propria condizione cutanea - un'infiammazione o lesione - anche a distanza. Basato su contenuti realizzati da NExT-H, content provider e startup innovativa.

La teledermatologia in Italia

medico online

Nel nostro Paese, la consulenza telematica è ancora in fase sperimentale. Ciò detto, il legislatore si è già espresso in merito alle modalità di erogazione del servizio. Inoltre, è attivo un progetto che punta ad integrare la teledermatologia con il sistema delle cure tradizionali.

La posizione degli enti regolatori

In Italia, le prestazioni di teledermatologia sono consentite nella misura in cui l'appropriatezza erogativa del servizio di teleconsulto soddisfi le reali necessità del paziente.

Nello specifico, si distinguono quattro circostanze di sorta:

  • in caso di prestazioni che possono essere assimilate a qualunque erogazione sanitaria diagnostica e/o terapeutica tradizionale;
  • quando il teleconsulto supporta, incrementa l'efficienza e l'equità distributiva della prestazione sanitaria tradizionale;
  • nel caso in cui la teledermatologia sia intesa come una modalità dinamica che consenta agli specialisti di monitorare i cambiamenti delle esigenze di cura dei pazienti;
  • quando rappresenta una nuova alternativa diagnostica e/o terapeutica realizzando, cioè, nuove prassi assistenziali utili ai pazienti.

Restano, però, alcuni quesiti irrisolti. Su tutti, uno in particolare: le nuove tecniche diagnostiche e terapeutiche possono migliorare i risultati clinici? La questione è ancora al vaglio degli esperti.

Il progetto degli specialisti italiani

Nel nostro Paese è attivo il progetto Agenda 2030: le sfide per la Teledermatologia, promosso da SIDeMaST e SICS e sostenuto da Abbvie, UCB Pharma, Sanofi Genzyme e Almirall.

I responsabili del progetto osservano che:

  • la teledermatologia può essere applicata solo a casi specifici poiché il consulto da remoto non potrà e non dovrà mai sostituire il rapporto diretto tra medico e paziente;
  • non bisogna considerare il teleconsulto una modalità esemplificativa di erogazione sanitaria per il semplice fatto che la teledermatologia è una scienza visiva. "Nella fase di screening, prevenzione e diagnosi, il contatto fisico è fondamentale", precisa Franco Rongioletti, direttore dell'Unità di Dermatologia Clinica IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano nonché membro del Consiglio Direttivo di SIDeMaST;
  • per gli specialisti italiani, la teledermatologia potrà rivelarsi utile in molteplici circostanze: dall'attività di follow-up alla valutazione delle condizioni croniche purché si diano "risposte ai problemi irrisolti, come quello della privacy, e a patto di creare tutte le condizioni organizzative/strutturali per creare dei network telematici" puntualizza Piergiacomo Calzavara Pinton, della Clinica Dermatologica degli Spedali Civili di Brescia;
  • infine, questo strumento può apportare benefici nella presa in carico di pazienti colmando eventuali gap nelle prestazioni di specialistica ambulatoriale.

Case study di successo

Teledermatologia

Se integrata al sistema di cure tradizionali, la consulenza digitale può essere utile per monitorare a distanza il corso di una malattia cutanea, cioè, senza che il paziente raggiunga fisicamente l'ambulatorio dello specialista di riferimento.

Durante la pandemia Covid-19, quando le prestazioni sanitarie erano limitate alle sole emergenze, la teledermatologia si è rivelata uno strumento efficace per le attività di follow-up e prevenzione.

Alcuni case study di successo.

  • San Gallicano, Melanoma Unit, Roma. In epoca Covid-19, per migliorare l'efficienza della preselezione dei pazienti - le visite erano riservate agli assistiti al secondo, terzo e quarto stadio della malattia - è stata resa disponibile in open access la teledermatologia. In questo modo, il paziente ha potuto inviare l'immagine di lesioni sospette, con anche una breve storia anamnestica. I dati sono stati poi valutati dagli specialisti e le persone considerate "a rischio' invitate a presentarsi presso la Melanoma Unit entro 72 ore.
  • Ospedale Galliera, Genova. Il remote monitoring (monitoraggio da remoto ndr) si è rivelato utile per prevenire il peggioramento di condizioni croniche, quali: psoriasi, dermatite atopica e malattie autoimmuni con espressioni cutanee. La trasmissione di immagini e dati da parte del paziente avveniva tramite mail.
  • Farmacie comunali di Torino. Grazie all'utilizzo di dermatoscopi digitali in epiluminescenza, e di un'apposita piattaforma, è stato possibile inviare in farmacia informazioni utili ai dermatologi per elaborare un'approfondita indagine diagnostica della pelle.
  • Intergruppo Melanoma, Milano. Durante la pandemia Covid-19, c'è stato un sostanziale decremento dei controlli dermatologici rispetto al 2019: -31,3% delle prime visite, -36,5% delle biopsie e -22,9% di escissioni. In tal senso, la teledermatologia si è rivelata un efficace strumento di prevenzione e screening.
  • Ospedale di Circolo di Varese. È in corso una sperimentazione di teledermatologia che si basa sulla diagnosi a distanza, in sinergia tra il medico di base, che si trova con il paziente, e lo specialista collegato da remoto.

La teledermatologia in Europa

In altri Paesi d'Europa, sono attivi diversi servizi di teledermatologia, sia per le cure primarie che secondarie.

Qui, di seguito, alcuni esempi:

  • Regno Unito. Dal 2018, l'Uk National Health ha predisposto dei referral digitali utili per il triage virtuale.
  • Olanda. La telecare (telemedicina ndr) è stata approvata e integrata nell'establishment healthcare del Paese. Kyos, uno dei maggiori provider di telemedicina, vanta all'incirca 300 consulti a settimana.
  • Spagna. In alcune regioni, come l'Andalusia, l'impiego addizionale dei servizi di telemedicina - congiuntamente alle erogazioni ambulatoriali - ha agevolato il monitoraggio, tramite app mobile, delle malattie infiammatorie cutanee.

Anche nel resto d'Europa, e nel mondo, si registrano molteplici iniziative che, nella fattispecie, vengono impiegati in aree geografiche remote per agevolare e garantire la continuità terapeutica ai pazienti.

In futuro, non è escluso che le consulenze digitali diventino uno strumento affidabile di diagnosi, prevenzione e cura.

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