Milano - Un'anagrafe di tutti i precari della pubblica amministrazione. E' questa l'idea del ministro Brunetta per far luce sul numero reale dei precari negli enti pubblici. E' partita, infatti, questa mattina l’indagine del ministero della Funzione
pubblica. "Un numero indefinito e imrpecisato. Oggi ho mandato disposizioni a tutta la Pa di farci sapere quanti dipendenti flessibili hanno". Lo ha dichiarato il ministro durante il convegno "Quale riforma della Pubblica Amministrazione?" tenutosi all'università Bocconi di Milano. "Si parlava dei precari della ricerca pensando che fossero cinquanta o sessantamila, poi abbiamo fatto un'indagine ed erano solo 1846", ha proseguito il ministro-professore a supporto della sua tesi.
Report settimanali "Darò report
settimanali sui dati che mi perverranno ed entro un mese porterò
un rapporto al governo e alle Camere. Sulla base dei dati che raccoglierò - ha spiegato Brunetta - il
Parlamento prenderà i dovuti provvedimenti per la stabilizzazione:
è l’unica strada per dare una regolamentazione seria".
"Non si possono stabilizzare tutti" Brunetta ha ribadito più volte la sua avversione alla logica del "todos caballeros". Un secco no, quindi, alla stabilizzazione di tutti i precari senza praticare alcuna distinzione. "C'è differenza tra essere precario da sei anni oppure
da tre mesi - ha proseguito -, voglio che tutti i novemila comuni d’Italia
mi dicano quanti precari hanno." E gli enti che non risponderanno alle richieste ministeriali? "Se qualcuno - ha precisato -
non mi farà pervenire la risposta, innanzitutto lo renderemo pubblico su internet. E poi, in assenza di un responso, vorrà dire che non hanno precari e quindi quando ci saranno provvedimenti non
saranno coinvolti".
In quattro anni saremo una Ferrari In quattro anni la tanto vituperata Pubblica amministrazione italiana diventerà come la Ferrari. Un fiore all'occhiello del Paese. Parola di Renato Brunetta. "Voglio far sì che la Pubblica amministrazione sia come la Ferrari, un marchio di cui essere orgogliosi e non mi accontento di meno. Saremo fra i migliori al mondo". "Voglio produrre fino al 50 per cento in più e ci sto riuscendo", ha
aggiunto Brunetta.
Tabaccai? Non solo sigarette Ma il ministro non si accontenta e vuole procedere "dando piedi e voce ai
cittadini". Ovvero, dargli la possibilità di potersi rivolgere, se insoddisfatti, ad altri sportelli e di poter dichiarare il proprio scontento. "Exit e voice", dice Brunetta. È già partita "Rete amica", sistema che affianca alle abituali reti di
distribuzione di beni e servizi pubblici altre abilitate come quelle dei
tabaccai e delle banche e poi arriveranno anche le farmacie, i carabinieri e centri commerciali. "Contiamo di raggiungere quota 100 mila nodi
entro fine la fine dell'anno", ha dichiarato il ministro.
Arrivano anche gli emoticon E lo scontento? La rabbia che si accumula nelle interminabili code, per poi arrivare allo sportello e magari trovare, al di là del vetro, un inserviente malmostoso potrà incidere sulle sorti della Pa. Basterà esprimere un emoticon. Le faccette, nate dal web, che manifestano i propri stati umorali. Bocca verso l'altro, verso il basso o indifferenza. Verranno sistemati apparecchi, vicino agli sportelli, che permetteranno di lasciare un proprio giudizio sul servizio utilizzato. La sperimetazione del progetto Emoticon partirà da Milano con un protocollo firmato tra il ministro e il sindaco Letizia Moratti.
Lo sportello ti segue al lavoro "Esco un attimo, devo andare alle Poste". Frasi di questo tipo non si sentiranno più. Se il dipendente non va allo sportello, lo sportello va dal dipendente.
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