"È ignobile, raccapricciante". Furia ebrea contro i Patagarri per la provocazione al Concertone

Pur di far parlare di sé, il gruppo milanese ha preso la canzone ebrea Hava Nagila e l'ha trasformata in un inno per la Palestina: "Qualcosa di davvero sinistro, macabro"

"È ignobile, raccapricciante". Furia ebrea contro i Patagarri per la provocazione al Concertone
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La polemica sulla Palestina al Concertone del Primo Maggio di Roma era attesa e puntualmente è arrivata. A scatenarla sono stati i Patagarri, band che ha partecipato all'ultima edizione di X-Factor ma che al grande pubblico non è molto nota, anzi gran parte dei telespettatori che seguivano il concerto da casa non sapevano nemmeno chi fossero. Il gruppo milanese non si è limitato a gridare il solito slogan "Palestina Libera", che nell'accezione dei pro-Pal ha l'unico significato di auspicare la scomparsa di Israele, ma ha fatto di più, gridandolo al termine di Hava Nagila, canzone tradizionale e popolare ebraica, spesso cantata e ballata durante le celebrazioni ebraiche come matrimoni e bar mitzvah. Il titolo significa "Rallegriamoci" in ebraico ed è una canzone che trasmette un forte senso di comunità e allegria agli ebrei, per i quali è un elemento identitario. Il fatto che sia stata usata in quel modo, per arrecare loro un'offesa, è stato accolto dalla comunità ebraica come un insulto irricevibile, che ha scatenato molte polemiche soprattutto perché gli stessi cantanti hanno ammesso di aver strumentalizzato di proposito quella canzone.

"Quando abbiamo scoperto la storia di questo brano, che risale al 1917 e che è legata alla legittimazione delle prime comunità ebraiche in Palestina, abbiamo capito che l'unico modo per suonarlo oggi era accompagnarlo con un messaggio chiaro: Palestina libera", hanno spiegato i cantanti in un'intervista all'Agi. Avrebbero anche potuto non suonarlo quel brano, nessuno li ha obbligati a farlo, quindi esibirsi su quelle note al Concertone del Primo Maggio, davanti a una platea numerosa sotto il palco e molto più ampia da casa, aveva solo un obiettivo: far parlare di sé. Ma, soprattutto, aveva l'obiettivo di lisciare il pelo al movimento pro Pal italiano. La "dedica", e le conseguenti parole, hanno scatenato l'ira della comunità ebraica di Roma, che per bocca di Victor Fadlun, presidente, suo presidente, ha dichiarato che "appropriarsi della nostra cultura, delle melodie a noi più care, per invocare la nostra distruzione, è ignobile. C'è qualcosa di davvero sinistro, macabro, nell'esibizione dei Patagarri". Mai, ha aggiunto Fadlun, "ce lo saremmo aspettati in un concerto che celebra il lavoro. Soprattutto in un concerto! Come quello del Nova Music Festival, trasformato dai terroristi palestinesi in un massacro che non è finito, con 59 rapiti da Hamas ancora a Gaza".

Noemi Di Segni, presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ha voluto sottolineare che "una canzone ebraica che ha come significato la gioia di stare insieme è stata appositamente stravolta con l'effetto di creare divisioni e generare odio antisemita anziché mettere in campo ogni sforzo per la convivenza tra i popoli, come le Comunità ebraiche in Italia cercano di fare in ogni ricorrenza". E David Parenzo, giornalista e conduttore, dopo aver ammesso di non sapere chi fossero i Patagarri fino a ieri, ha rivendicato la "libertà di dire loro che prendere una nota canzone ebraica e storpiarla con una bieca propaganda pro Pal e contro Israele è semplicemente raccapricciante". E se ora quella canzone venisse usata nei cortei contro Israele e per la Palestina, l'obiettivo dei Patagarri sarebbe pienamente raggiunto. La band sarebbe responsabile di una enorme provocazione nei confronti della comunità ebraica, fortunatamente civile, a differenza di chi li insulta.

"È già tanto che l'evento non sia diventato il palcoscenico dei terroristi palestinesi fondamentalisti di Hamas", ha detto il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, sottolineando che il Concertone "è la prosecuzione della politica con altri mezzi e a spese dei cittadini usando la Rai e il servizio pubblico.

La Rai sa che il Concertone dovrebbe avere maggiore attenzione, ma mi pare che sia considerata una sorta di oasi dove ognuno può dire la fesseria che ritiene". Il vice capogruppo di Avs alla Camera Marco Grimaldi ha difeso l'esibizione sostenendo che "la vera vergogna è di chi non ha vergogna".

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