Per capire cosa stia succedendo sul campo in Israele e Palestina, parlare con i civili coinvolti in questo massacro riesce a dare la misura della tragedia. Ci sono storie familiari che si intrecciano tra le bombe che cadono e i terroristi che fanno sfracelli e lo racconta Raz Degan, attore israeliano molto noto nel nostro Paese, con ola consueta calma che stavolta è però intrisa di disperazione.
"Sangue porta sangue, vendetta porta vendetta. Come finirà? Io sto pensando alla mia famiglia che sta pensando alla ragazza di 22 anni che deve tornare, lei era al rave", dice Raz Degan a Silvia Toffanin durante l'ultima puntata di Verissimo. La ragazza a cui fa riferimento l'attore è sua cognata, la moglie di suo fratello, della quale non si hanno più notizie dal 7 ottobre. È un dramma comune a molte famiglie israeliane quello che sta vivendo Degan, che non si dà pace per quanto sta accadendo nel suo Paese. "Io ho sempre creduto nella pace, a prescindere dalla religione delle persone. Ho lavorato con l'Onu, con l'Unhcr. Fa male vedere che la pistola e la spada sono più forti della parola: non è umano... Hanno trovato bambini senza testa, di cosa parliamo...", ha aggiunto l'attore raccontando le atrocità del conflitto.
"Mio padre e mio fratello sono lì. Mio padre ha 80 anni, il nostro kibbutz, che è come un grande campeggio, è stato evacuato ma lui non va via. Non vuole andarsene", ha spiegato alla conduttrice, aprendo il racconto al suo dramma personale. "Il nostro kibbutz si trova a Nord, al confine tra Israele e Libano. Non vuole andare via, quella è casa sua. Dove va? Quella è la sua vita...È passata una settimana, ogni giorno mi chiamano amici e mi raccontano atrocità inimmaginabili. Non è umano quello che è successo, ho anche paura a raccontarle", ha proseguito nell'espressione del suo grande dolore.
Una cosa, però, Degan è riuscito a farla: è riuscito a far scappare la sua sorellastra da Israele insieme ai suoi quattro bambini. "Era molto spaventata. Lei viene a casa stasera", ha spiegato. Il kibbutz dal quale il padre non vuole andare via, ha raccontato l'attore, "lo hanno fondato i miei nonni, che erano sopravvissuti dell'Olocausto.
Durante l'infanzia spesso stavo chiuso nel bunker, perché al Nord c'erano tante guerre". Lui stesso ha fatto il militare di leva, attività obbligatoria in Israele ma poi è andato via, capendo che non era più quella la sua vita.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.