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"Nessuna differenza". Cosa c'è dietro la rinuncia di Harry al titolo reale

Nell’intervista alla Cbs Harry racconta il motivo per cui non avrebbe rinunciato al titolo donatogli, al momento del matrimonio, dalla regina Elisabetta

"Nessuna differenza". Cosa c'è dietro la rinuncia di Harry al titolo reale
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Durante la lunga chiacchierata con Anderson Cooper, nel programma della Cbs “60 Minutes” andato in onda lo scorso 8 gennaio, il principe Harry ha risposto alla domanda che molti si sono posti in questi anni: per quale motivo, dopo le dimissioni dal ruolo reale non ha mai rinunciato al titolo di duca di Sussex? La risposta è piuttosto sorprendente.

“Che differenza farebbe?”

La regina Elisabetta conferì al nipote il titolo di duca come dono di nozze, nel maggio 2018. Da allora, però, molte cose sono cambiate. Harry e Meghan hanno rinunciato al loro ruolo d membri senior della royal family, sono andati a vivere negli Stati Uniti e non perdono occasione di lanciare strali contro la Corona attraverso interviste, documentari e memoir. Eppure il titolo nobiliare è sempre rimasto lì, in bella mostra accanto ai loro nomi. Una delle pochissime cose che la Megxit non ha alterato. O, meglio, che i Sussex non hanno stravolto abbandonando la corte.

A questo punto viene spontaneo chiederci perché il principe Harry voglia mantenere il titolo che rappresenta l’istituzione da lui e da Meghan Markle tanto criticata. La stessa curiosità che Anderson Cooper non ha avuto timore di formulare durante l’intervista del duca alla Cbs dell’8 gennaio 2023, riportata dal People: “Perché non rinunciare ai titoli di Duca e di Duchessa?”, ha chiesto il giornalista.

La risposta di Harry lascia alquanto sbigottiti: “Che differenza farebbe?”, ha detto soltanto. Cooper, non soddisfatto, ha affrontato direttamente la questione dell’incoerenza che comporta denigrare pubblicamente un’istituzione e, nello stesso tempo, continuare a fregiarsi dei titoli da questa offerti, chiedere privacy e, poi, tornare sotto le luci dei riflettori: “Una delle critiche che avete ricevuto è, va bene, volete trasferirvi in California, volete fare un passo indietro dal ruolo istituzionale. Perché farlo in pubblico? Perché rivelare conversazioni che hai avuto con tuo padre o con tuo fratello? Dici di aver provato a farlo in privato”.

In questo passaggio dell’intervista il principe Harry si è allontanato dal tema centrale del titolo nobiliare per riprendere l’argomento delle incomprensioni familiari: “Ogni volta che ho provato a farlo in privato ci sono state fughe di notizie contro me e mia moglie. Sai, il motto di famiglia è ‘mai lamentarsi, mai dare spiegazioni’. Ma è solo un motto. [Nessuno] ci tiene davvero”.

“È solo un motto”

Nell’intervista con Tom Bradby per Itv, mandata in onda sempre l’8 gennaio scorso, il principe Harry, incalzato sulla discussione inerente alle rivelazioni pubbliche di fatti familiari, è tornato a parlare della celebre frase su cui i Windsor hanno costruito buona parte della loro immagine: “C’è un motto di famiglia, ‘mai lamentarsi, mai dare spiegazioni’. E ciò che le persone hanno compreso attraverso il documentario Netflix e le numerose storie venute fuori negli anni è che si tratta solo di un motto. C’è stato molto molto di cui lamentarsi e molto da spiegare. Siamo in questa situazione da sei anni e ho passato ogni singolo anno di questi sei facendo tutto ciò che potevo, in privato, per farmi capire dalla mia famiglia. E la cosa più triste…è che non c’era bisogno di arrivare a questo punto. Ho avuto conversazioni, scritto lettere…email e tutto è andato a finire in un ‘no, questo non sta accadendo. Te lo stai immaginando’…Se tutto ciò si fosse fermato nel punto in cui lasciavo la mia casa con mia moglie e mio figlio, temendo per le nostre vite, forse sarebbe stato diverso”.

Il tema centrale legato ai titoli è sfumato completamente. Il principe Harry non ha fornito altre spiegazioni, ma ha spostato l’attenzione sulle discussioni familiari, sul fatto di sentirsi incompreso. In questo modo, però, rischierebbe di alimentare le critiche che lo definiscono incoerente con una punta di opportunismo.

Non una bella prospettiva per il futuro.

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