C’è la struttura Delta, ci mancherebbe. E l’Internal Audit - guai a chiamarlo in italiano, altrimenti la fiction americaneggiante svanirebbe - indagherà sulla piovra berlusconiana che ghermisce con i suoi tentacoli la Rai - ma c’è anche la struttura Alfa. Che non è oggetto di alcun controllo, ispezione o anche solo curiosità. O troppo o niente. Peccato. Se la magistratura avesse acceso il registratore, che so, alla vigilia di una puntata di Annozero , chissà cosa avrebbe intercettato. Santoro, e poi Celentano, ospite guru, la Dandini e Vauro e Travaglio e i giornali amici, come il Fatto e la Repubblica . Sempre intenti a sventare complotti dell’intelligence nemica, sempre pronti a denunciare la piovra, sempre sul punto di soccombere e sempre in buona salute. Sono visibilissimi i Santoro e i loro amici. Ma continuamente ci danno notizia dell’attacco alla loro libertà che, come ci ha spiegato proprio Santoro, non è la nostra perché il conduttore, ormai ex di Annozero , si considera «diversamente libero » perfino da Enrico Mentana che a sua volta ha abbandonato Mediaset per La7. L’Alfa è una lobby onnipresente che vive nella sindrome dell’accerchiamento: la parabola di Santoro, da questo punto di vista è esemplare. Via dalla Rai, matrigna e non più madre, per non andare da nessuna parte perché anche La7 è «diversamente libera» e dunque vassalla del potere dominante. E così il matrimonio con la tv di Mentana, di Lerner e della Gruber viene annullato e cade ogni altra ipotesi, compresa quella, ventilata più volte, di portare i programmi santoriani su un circuito di tv libere. No, non sono libere abbastanza. La frontiera dell’informazione pura come l’acqua viene spostata di continuo e alla fine per ritrovare la sorgente non contaminata viene enunciato un solo criterio: è la dove sono gli apostoli della struttura Alfa. Seguiti con timore e tremore nella loro predicazione da schiere di fedeli, sempre in apprensione; si sa, si comincia a settembre con il solito tam tam: Vauro non ha ancora il contratto e lavora gratis e Travaglio pure, alla Gabanelli hanno tolto la copertura legale e la esporranno senza ombrello alle intemperie della professione. Vogliono farli fuori. Anche se compaiono e ri-ricompaiono. Lo psicodramma dei contratti negati dura mesi e mesi, ci accompagna come una colonna sonora di successo; poi c’è uno stacco perché subentra un nuovo tormentone, extension del precedente: che fine farà questo o quel programma? Qualche settimana fa si è raggiunta l’apoteosi con la presunta decisione presa da Sky di spegnere Current tv, la Tv di Al Gore, la tv politically correct , la tv di Travaglio e di tanti altri, la tv che fa da altoparlante al Fatto . La tv, detto in una parola, che fa numeri da prefisso telefonico e che dunque non sta in piedi. I giornali amici, ma non solo quelli, si sono riempiti di geremiadi in fotocopia: la chiusura sarebbe la morte della libertà e dei palinsesti di qualità. Nessuno, naturalmente, ha provato a fare due conti o a misurare l’audience. Così l’attentato alla programmazione più democratica d’Italia è rientrato, almeno per ora; al quartier generale della struttura Alfa sfornano sempre messaggi allarmanti e intanto gli uni intervistano gli altri e tutti si ospitano a vicenda, in una catena salottiera che non finisce mai. E che conosce sempre gli stessi passaggi: la lode, il rammarico, l’invettiva, il dubbio sul domani che è incerto come il tempo d’autunno. Serena Dandini, comodamente sprofondata in un articoloamaca, sfoglia sul Corriere della Sera di ieri l’eterna margherita: « Jafate o gnafate ? Ovvero tornate in onda la prossima stagione o no? Questa è la domanda che si sentono porre svariati conduttori e giornalisti Rai in questo periodo». Sì, jafate o gnafate? Ovvero, la versione contemporanea dello scespiriano to be or not to be ? Chissà cosa capterebbero le cimici di Henry John Woodcock. Fibrillazioni, richieste, scambi di battute, giudizi più taglienti di un coltello. Altro che P3 o P4. Invece, ci dobbiamo accontentare di quel che passa il convento e poco d’altro: per esempio le foto riproposte nei giorni scorsi da Chi , ma scattate tre anni fa, in cui proprio Woodcock ricompare in mezzo al mare, su un gommone, con Federica Sciarelli, firma storica di Chi l’ha visto? e Sandro Ruotolo, il baffuto braccio destro di Santoro. Si possono provare diverse combinazioni che portano sempre agli stessi personaggi. Ai loro diritti.
Alle loro rivendicazioni. Alle raccolte di firme per prevenire colpi di mano a loro danno anche quando nessuno li ha chiamati in causa. È la struttura Alfa. La miglior polizza sulla carriera. Non intercettabile. E a prova di Internal Audit.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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