Politica economica

Niente tagli: la Bce lascia i tassi invariati al 4,5%

Quarta pausa dopo dieci rialzi consecutivi. Prezzi in aumento del 2,4 per cento, tagliate le stime sull’inflazione. Lagarde: "L'economia dell'Eurozona resta debole, ma c'è una graduale ripresa"

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Quarto stop di fila ai rialzi per Francoforte. Il Consiglio direttivo della Bce ha deciso di mantenere invariati i tre tassi di interesse di riferimento: i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno invariati rispettivamente al 4,50%, al 4,75% e al 4,00%. Novità per quanto concerne la proiezione della crescita per il 2024, rivista al ribasso allo 0,6 per cento: per l’Eurotower l'attività economica dovrebbe rimanere moderata nel breve periodo, per poi crescere dell'1,5% nel 2025 e dell'1,6% nel 2026, sostenuta inizialmente dai consumi e in seguito anche dagli investimenti.

Nelle ultime proiezioni degli esperti della Bce, l’inflazione è stata rivista al ribasso per il 2024 grazie al minore contributo dei prezzi dell’energia. Secondo gli analisti, si collocherebbe in media al 2,3% nel 2024, al 2,0% nel 2025 e all'1,9% nel 202. Corretta al ribasso anche l'inflazione al netto dell'energia e degli alimentari: per la precisione a una media del 2,6% nel 2024, del 2,1% nel 2025 e del 2,0% nel 2026. Il Consiglio direttivo della Bce s’è posto l’obiettivo di assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2 per cento a medio termine e i tassi di interesse di riferimenti sono su livelli tali da fornire un contributo sostanziale al raggiungimento di tale traguardo.

“La decisione sui tassi è stata unanime” ha spiegato la presidente della Bce, Christine Lagarde, nel corso della conferenza stampa. Nell'Eurozona"l'economia resta debole, i consumatori limitano le loro spese, gli investimenti frenano e calano le esportazioni anche per via della domanda esterna ma i nostri sondaggi mostrano una graduale ripresa nel corso dell'anno con un rimbalzo dei redditi reali", ha evidenziato, per poi soffermarsi sul dossier inflazione. Per Lagarde OKda questo punto di vista “permangono i rischi dalle tensioni geopolitiche”, in riferimento alla crisi in Medio Oriente e alla guerra tra Russia e Ucraina.

La fiducia sul calo c'è, ma se ne saprà di più tra tre mesi: "Stiamo seguendo un percorso di disinflazione e siamo più fiduciosi su questo calo"ma a questo punto non abbastanza per decidere un taglio dei tassi. Ci servono più conferme e più dati: ne sapremo più ad aprile ma molto di più a giugno".

"Nonostante l'ulteriore allentamento di gran parte delle misure dell'inflazione di fondo, le pressioni interne sui prezzi restano elevate anche a causa della forte crescita salariale", ha aggiunto l'ex direttore operativo del Fondo Monetario Internazionale: "Le condizioni di finanziamento sono restrittive e i precedenti incrementi dei tassi di interesse continuano a incidere sulla domanda, contribuendo al calo dell'inflazione".

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