
Nel pieno di un nuovo risiko bancario, che vede coinvolti istituti di credito, compagnie assicurative e società di gestione del risparmio, la Banca d’Italia richiama l’attenzione sulla qualità delle operazioni in corso. Nelle sue "Considerazioni finali", il governatore Fabio Panetta chiarisce che le fusioni non devono essere un esercizio di muscoli finanziari, ma uno strumento per creare valore reale per l’economia.
"Negli ultimi mesi sono state annunciate operazioni di concentrazione complesse, in alcuni casi tra loro in competizione, che coinvolgono banche di diverse dimensioni e specializzazioni, compagnie assicurative e società di gestione del risparmio", ha detto il numero uno di Palazzo Koch.
L'istituto centrale, pur non entrando nel merito delle singole operazioni, sottolinea che "le aggregazioni rappresentano un delicato momento di discontinuità nella vita degli intermediari. Devono servire a rafforzarli, e a questo scopo è necessario che siano ben concepite e volte unicamente alla creazione di valore”. Insomma, l’entità risultante dev’essere più forte delle due preesistenti.
Ma cosa significa "creare valore" nel settore bancario? Secondo Panetta, significa "offrire a imprese e famiglie finanziamenti adeguati per quantità e costi; strumenti di impiego del risparmio efficaci, trasparenti e a condizioni eque; servizi qualificati e innovativi, coerenti con le esigenze di sviluppo del Paese”.
La vigilanza di Bankitalia è molto attenta. "La Banca d’Italia interviene nei procedimenti autorizzativi nell’ambito delle proprie responsabilità, in stretta collaborazione con la Bce e con l’Ivass", ha specificato il governatore.
“Il giudizio su ciascuna offerta spetta alle dinamiche di mercato e alle scelte degli azionisti”, ha concluso. Una tale presa di posizione non esclude che singoli attori del mercato possano utilizzare strumenti di tutela amministrativa come i ricorsi. Questo, però, non modifica la prospettiva dalla quale il governatore osserva l’evoluzione delle singole vicende: rispetto delle norme, creazione di valore e tutela delle libertà di mercato.
In un contesto di crescente attenzione alla regolamentazione del settore finanziario a livello globale, con alcune tendenze alla deregolamentazione in altre giurisdizioni, la Banca d'Italia ha ribadito l'importanza di "mantenere un assetto regolamentare efficace, in grado di prevenire instabilità e preservare la solidità del sistema”. L'obiettivo, secondo l'istituto, non deve essere l'allentamento delle regole, "ma il loro miglioramento", puntando sulla "semplificazione, eliminando sovrapposizioni e ambiguità normative e diminuendo gli oneri amministrativi”.
Il sistema bancario italiano, nel complesso, viene descritto come solido e con una buona patrimonializzazione. "Il rapporto tra costi operativi e margine di intermediazione continua a migliorare", ha evidenziato Panetta, e "il rendimento del capitale rimane elevato e le prospettive sono stabili”. La Banca d'Italia prevede che "nel prossimo biennio l’aumento del flusso di prestiti deteriorati alle imprese rimarrebbe contenuto”.
Per quanto riguarda il credito, il numero uno di Palazzo Koch ha precisato che Via Nazionale continuerà a seguire "l’evoluzione dei
prestiti, in particolare di quelli alle imprese più piccole” sebbene la contrazione dei prestiti rifletta principalmente “la debolezza della domanda, più che un inasprimento delle condizioni di offerta da parte delle banche”.