Politica estera

La mossa di Putin dopo la morte di Navalny: "Promosso il vicedirettore del carcere"

Secondo i collaboratori del dissidente russo, il presidente Vladimir Putin avrebbe ricompensato il vicedirettore delle carceri in cui è morto Alexei Navalny: "È una ricompensa"

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Nuova accusa contro il presidente russo, Vladimir Putin, dopo la morte in carcere del noto dissidente e blogger, Alexei Navalny. Il leader del Cremlino, secondo i collaboratori di Navalny, avrebbe promosso un alto funzionario carcerario alcuni giorni dopo la morte del blogger. Il vice capo dell'autorità carceraria, Valery Boyarinev, sarebbe stato infatti promosso colonnello generale del Ministero degli Affari Interni. Il direttore della Fondazione anticorruzione, fondata da Navalny, ha scritto sul suo canale Telegram che Boyarinev è personalmente responsabile delle torture subite da Navalny in carcere. "Questa deve essere intesa come un'aperta ricompensa di Putin per le torture", ha detto Ivan Zhdanov a proposito della promozione di Boyarinev. La promozione di quest'ultimo è stata resa nella giornata di lunedì 19 febbraio, quando il decreto presidenziale del Cremlino è stato pubblicato online. Oltre a Boyarinev, altri tre ufficiali delle forze dell'ordine sono stati promossi al grado di generale. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha negato qualsiasi legame tra la morte di Navalny e le promozioni, definendole una normale procedura di routine.

"Ridatemi il corpo di mio figlio"

Nel frattempo, Lyudmila Navalnaya, la madre del blogger e dissidente morto per cause da accertare all'età di 47 anni presso la colonia penale artica della regione autonoma di Yamalo-Nenets, in Siberia, ha lanciato un appello al presidente Vladimir Putin affinché intervenga e le consegni il corpo del figlio per poterlo seppellire con dignità. Da sabato scorso, infatti, Lyudmila Navalnaya ha chiesto di poter vedere il corpo del figlio: autorizzazione che, ad oggi, le è stata negata. "Per il quinto giorno non sono riuscita a vederlo. Non hanno voluto ridarmi il suo corpo. E non mi dicono nemmeno dove si trova", ha detto una Navalnaya in un video girato al di fuori dalla colonia penale Kharp, a circa 1.900 chilometri a nord-est di Mosca. "Mi rivolgo a lei, presidente Putin. La risoluzione di questa vicenda dipende solo da lei. Mi permetta di vedere finalmente mio figlio. Chiedo che il corpo di Alexei venga rilasciato immediatamente, in modo da poterlo seppellire come un essere umano", ha detto nel video, che è stato pubblicato sui social media dal team di Navalny.

Le autorità russe hanno dichiarato che la causa della morte di Navalny è ancora sconosciuta, mentre prosegue l'inchiesta preliminare delle stesse autorità. Lyudmila Navalnaya e gli avvocati del figlio si sono recati presso l'obitorio della colonia penale dove si pensa che il corpo dell'oppositore sia custodito, ma senza ottenere alcun risultato.

L'accusa della moglie al leader russo: indagato anche il fratello

La vedova di Navalny, Yulia, ha pubblicato un video in cui accusa il leader russo di aver ucciso il marito, affermando che il rifiuto delle autorità russe di mostrare corpo del dissidente faccia parte di un insabbiamento dell'omicidio del marito. "Stanno vigliaccamente e meschinamente nascondendo il suo corpo, rifiutandosi di darlo a sua madre e mentendo miseramente", ha detto. Secondo quanto riferito dalla Tass, in Russia le autorità avrebbero aperto un nuovo procedimento penale contro Oleg Navalny, il fratello dell'oppositore 47enne morto nei giorni scorsi.

L'agenzia russa Tass non ha specificato in base a quale articolo del codice penale sia stato aperto il caso o di cosa sia indagato il fratello del dissidente e blogger, ma ha spiegato che la polizia stava cercando Oleg Navalny, condannato a 3,5 anni di carcere per frode nel 2014.

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