Un Macron frenetico per paura di sparire

Alle spine dell'economia si aggiunge l'affaire Notre-Dame-de-Bétharram, quasi sconosciuto in Italia, che imbarazza fortemente il primo ministro François Bayrou

Un Macron frenetico per paura di sparire
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Non sono bastate tre ore di diretta televisiva, martedì sera, su TF1 a risollevare il gradimento di Emmanuel Macron, che ha risposto in prima serata a domande sui più svariati temi, la politica internazionale ovviamente, ma anche quella interna, l'economia, le grandi questioni sociali che attanagliano la Francia e quelle a contenuto etico come il fine vita. Il giorno dopo il quotidiano Le Figaro (di tendenze moderate) ha lanciato un sondaggio on line, invitando i propri lettori a rispondere alla domanda: siete stati convinti dall'intervento di Emmanuel Macron? Non un sondaggio condotto secondo le regole della statistica ma al quale ha risposto un campione significativo, oltre centomila votanti. Ebbene, l'80 per cento ha risposto no, il 20 per cento ha risposto si. Il quotidiano francese aggiunge che, secondo uno studio Odoxa-Backbone, il presidente si avvicina nella perdita di gradimento «pericolosamente alla soglia di allerta di François Hollande». Il 57 per cento dei partecipati al sondaggio Le Figaro si è anche espresso contro l'idea avanzata da Macron di convocare una serie di referendum tematici.

I sondaggi, si sa, per quanto realizzati da un quotidiano autorevole, non sono una verità assoluta, troppe volte sono stati smentiti, tuttavia, possono indicare un orientamento. Nella diretta televisiva c'è stata una domanda al presidente su un'ipotesi di candidatura per l'Eliseo nel 2032, Macron in quella data sarebbe ancora molto giovane e, come ha dimostrato il caso Trump, in politica i ritorni sono sempre possibili. L'interessato non ha dato una risposta netta, ha detto che per il momento pensa a chiudere bene il mandato in corso. Anche su questo i partecipanti al sondaggio sono stati alquanto freddi. Dopo la sconfitta alle europee e l'azzardo delle elezioni legislative anticipate che, di fatto, hanno privato la Francia di una maggioranza di governo, Macron era parso distaccato dalla politica assumendo un profilo molto istituzionale. Da qualche mese, invece, ha evidentemente deciso di provare a invertire la rotta del declino nel gradimento con un attivismo in politica internazionale che da sempre solletica le ambizioni dei francesi. Nella lunga diretta tv c'è stato un annuncio molto rilevante, forse non soppesato a pieno, quello che la Francia sarebbe disponibile a spostare il proprio armamento nucleare in altre nazioni europee, anche in Polonia. Varsavia ha un confine di 210 chilometri con la Russia che interessa l'enclave russa dell'oblast di Kaliningrad. Al momento è solo un'ipotesi perché lo stesso Macron ha chiarito che «andranno definiti i contorni di una discussione» in tal senso.

Alla vigilia dell'arrivo a Roma per i funerali di Papa Francesco, fonti dell'Eliseo avevano fatto trapelare che (come riporta il sito dell'Ansa) «il Presidente della Repubblica non effettuerà nessun incontro diplomatico a margine del funerale di Sua Santità papa Francesco». Le cose sono andate diversamente, come testimonia l'incontro con Zelensky e il non chiarito episodio delle tre sedie. Legittimo, peraltro, cambiare idea. Macron che detiene il titolo di protocanonico d'onore del Capitolo lateranense, una carica onoraria che spetta ai presidenti d'Oltralpe, ereditata dalla monarchia francese, ha anche invitato a pranzo a Roma i cardinali francesi. Il protagonismo in politica internazionale non è una novità, è una costante storica della Francia, nel 1966, in piena Guerra Fredda, fece scalpore il viaggio del generale De Gaulle in Unione Sovietica, iniziativa che fu accolta malissimo dagli Stati Uniti. Spesso l'attivismo internazionale viene utilizzato per alleggerire il peso dei problemi interni. Il debole governo Bayrou è dovuto ricorrere a un controverso strumento costituzionale, noto come articolo 49.3, per far passare in parlamento il piano di bilancio 2025. Quella francese è la seconda economia europea ma il debito pubblico alto costringe a politiche di rigore e questo innesca elevate tensioni sociali. Non tutti i dati sono negativi: è rimbalzata, ad esempio, più delle attese la produzione industriale nel mese di febbraio scorso, una variazione positiva dello 0,7% su base mensile.

Alle spine dell'economia si aggiunge l'affaire Notre-Dame-de-Bétharram, quasi sconosciuto in Italia, che imbarazza fortemente il primo ministro François Bayrou. La figlia del premier, Hélène Perlant, oggi ultracinquantenne, ha rivelato di essere stata vittima, quando era adolescente di violenze durante un campus estivo.

Il padre si è detto «sconvolto» e ha affermato di non sapere quanto subito dalla figlia. Ma è stato smentito. Dunque, l'iperattivismo internazionale di Emmanuel Macron ha una radice interna: il tentativo, peraltro legittimo, di provare a risalire nel gradimento dei francesi, per ora con risultati modesti.

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