
È il giorno della telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin: la speranza è che il contatto tra i due presidenti possa spianare la strada alle trattative per la pace in Ucraina, riducendo la distanza tra le parti e smussando le divergenze che fino a questo momento hanno impedito di arrivare a un cessate il fuoco. Ma affinché il pressing sullo zar abbia gli effeti desiderati, è necessario che l'Occidente si mostri compatto. Lo ha ribadito a chiare lettere Giorgia Meloni nella conversazione telefonica che nella tarda serata di ieri ha avuto con Trump, Keir Starmer, Emmanuel Macron e Friedrich Merz. Con buona pace di chi continua a sostenere che il nostro Paese sarebbe isolato a livello internazionale.
Il presidente del Consiglio ha così smentito le narrazioni della sinistra, dimostrando che l'Italia gioca da protagonista non solo nel fare da ponte tra Stati Uniti e Unione europea sui dazi, ma anche per tenere unito l'Occidente di fronte al conflitto. Specialmente a ridosso della chiamata di oggi tra Trump e Putin. E il contatto telefonico di poche ore fa tra Meloni, il presidente degli Usa e i leader di Regno Unito, Francia e Germania è un chiaro segnale di compattezza. Anche perché è stata messa da parte l'ipotesi dell'invio di truppe in Ucraina, tema su cui l'Italia ha fin da subito avanzato forti perplessità. Ora l'opzione è stata tolta dal tavolo, proprio come chiesto da Meloni.
Meloni, in occasione della telefonata, ha ribadito il sostegno del nostro Paese - insieme ai partner europei e occidentali - agli sforzi di Trump "per una pace giusta e duratura in Ucraina". E, come fatto sapere dal comunicato stampa diffuso da Palazzo Chigi, ha sottolineato quanto sia importante "un cessate il fuoco immediato e incondizionato". Il presidente del Consiglio ha espresso apprezzamento per la disponibilità dimostrata "ancora una volta" da parte ucraina a favore del dialogo, e ha di nuovo espresso l'auspicio "che Mosca si impegni seriamente attraverso contatti diretti tra leader in un negoziato che conduca alla pace".
Una posizione chiarissima, specialmente alla luce del vertice di Istanbul disertato da Putin. Volodymyr Zelensky aveva dato il via libera al faccia a faccia, così come Trump era pronto a volare da un momento all'altro. Ma il presidente russo non ha voluto partecipare, si è sfilato e ha fatto saltare tutto. Downing Street ha riferito che nelle ultime ore i capi di Stato e di governo hanno discusso della situazione in Ucraina e del "costo catastrofico" provocato dalla guerra. Al centro del colloquio è finita la necessità "di un cessate il fuoco incondizionato". E, dopo i negoziati tra Kiev e Mosca in Turchia, hanno anche discusso del ricorso alle sanzioni nel caso in cui la Russia non dovesse impegnarsi "seriamente" per far tacere le armi.
Anche Macron è in pressing: "Spetta ora al presidente Putin dimostrare che vuole davvero la pace e accettare il cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni proposto dal presidente Trump, sostenuto dall'Ucraina e dall'Europa".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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