Guerra in Ucraina

"La mia decisione non è cambiata". Scholz chiude sui missili Taurus a Kiev

Il cancelliere tedesco ha ribadito il suo diniego all'invio dei vettori a lungo raggio al Paese invaso. Alla base della sua decisione, vi sono vari fattori legati all'aspetto politico, militare e di produzione

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Olaf Scholz rimane inamovibile. In una conferenza stampa congiunta con il primo ministro del Montenegro Milojko Spajic, il cancelliere tedesco ha dichiarato che “la mia decisione non è cambiata” riguardo alla consegna all’Ucraina di missili a lungo raggio Taurus. L’affermazione è una risposta alle parole del capo della diplomazia polacco Radoslaw Sikorski, che aveva sperato che il leader di Berlino aprisse alla fornitura dei vettori dopo l’invio a Kiev degli Atacms da parte degli Stati Uniti.

Resta comunque il fatto che, in quanto maggiore sostenitore dell'Ucraina, in quanto Paese che ha fornito la maggior parte dei sistemi di difesa e di armamento necessari, in quanto Paese che dà un contributo importante e decisivo alla difesa dell'Ucraina, e con le decisioni sui Patriot in particolare, abbiamo preso una decisione importante, ma anche simbolica”, ha aggiunto il cancelliere. “Perché dovrebbe incoraggiare altri a fare lo stesso, a rimanere sempre risoluti nelle nostre decisioni”. Il dilemma dei Taurus va avanti ormai da mesi. A metà marzo, il parlamento di Berlino ha respinto la richiesta dei conservatori di inviare questi dispositivi a Kiev. In quell’occasione, Scholz è stato accusato dal leader della Cdu Friedrich Merz di giocare sulla paura della guerra dei tedeschi e di essere “poco credibile”.

Alla base della reticenza del cancelliere, che inizialmente aveva promesso i Taurus, vi sono vari fattori, primo fra tutti la capacità di questi vettori di colpire Mosca grazie alla loro gittata di 500 chilometri. Secondo Scholz, inoltre, per essere utilizzati essi richiederebbero l’assistenza del personale militare tedesco, il che significherebbe fare un altro passo verso il conflitto diretto con la Russia e scatenare la reazione del Cremlino. Vi è anche un problema legato alla produzione: le linee di fabbricazione di questi missili sono ferme e secondo gli analisti sarebbero necessari almeno due anni per far uscire un nuovo vettore dalla catena di montaggio.

Un’altra problematica risiede nell’aspetto puramente militare. A differenza dei francesi Scalp e dei britannici Storm Shadow, i Taurus sono equipaggiati con testate “Mephisto” che possono essere programmate per esplodere in un punto preciso. Esse hanno quindi una “capacità di uccisione” più elevata rispetto agli altri vettori occidentali consegnati al Paese invaso dalla Russia. Pur negando i dispositivi a lungo raggio, la Germania continua comunque ad essere la prima nazione europea per fornitura di armi all’Ucraina.

In particolare, il 13 aprile Berlino ha annunciato che invierà a Kiev un sistema di difesa aerea Patriot, per rinforzare lo “scudo” nei cieli dello Stato in guerra e limitare gli effetti dei costanti bombardamenti delle truppe di Vladimir Putin.

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