Il pericolo Mar Baltico e i ritardi tedeschi

La scorsa settimana, durante una conferenza a Turku, il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha ricevuto un messaggio chiaro dai governi scandinavi: la sicurezza nel Mar Baltico è sempre più fragile

Il pericolo Mar Baltico e i ritardi tedeschi
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Mentre la Nato avvia nel Baltico una delle più ampie esercitazioni navali degli ultimi anni, la Germania si presenta con la flotta più ridotta dalla nascita della Repubblica Federale. Questo mare nordico, fino a qualche tempo fa considerato quasi periferico, è oggi un mare conteso e al centro del grande gioco europeo. Le tensioni vi si moltiplicano, con episodi sempre più frequenti di sabotaggi e sconfinamenti aerei da parte russa. La scorsa settimana, durante una conferenza a Turku, il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha ricevuto un messaggio chiaro dai governi scandinavi: la sicurezza nel Mar Baltico è sempre più fragile. La scelta simbolica del museo navale come sede dell'incontro ha evidenziato la crescente preoccupazione per la presenza russa nella regione.

Nel Mar Baltico si registrano atti di spionaggio, sabotaggi a infrastrutture sottomarine e il movimento della cosiddetta «flotta fantasma» russa, impegnata a esportare petrolio eludendo le sanzioni. A metà maggio, l'ispezione di una petroliera sospetta da parte della Marina estone ha provocato l'ingresso di un jet russo nello spazio aereo Nato. Poco dopo, la fregata tedesca «Bayern», diretta al porto di Rostock per prendere

parte all'esercitazione Baltops, è stata seguita da un cacciatorpediniere russo.

In risposta, la Nato ha intensificato le proprie attività, ma mentre si svolge l'annuale manovra Baltops, la Russia ha lanciato una propria esercitazione navale senza preavviso. Il vice ammiraglio Jan Christian Kack, ispettore della Marina tedesca, ha segnalato un cambiamento nell'atteggiamento russo: da cooperativo a provocatorio, con un concreto rischio di escalation. Il nuovo documento strategico «Kurs Marine», elaborato dalla componente navale della Bundeswehr, afferma che le «operazioni di pace» sono ormai superate e che è necessaria una presenza più solida nel Baltico.

Tuttavia, lo stato attuale della Marina tedesca appare critico. Il numero di unità navali è al minimo storico, e i progetti di ammodernamento procedono con lentezza. La costruzione delle nuove fregate F126, affidata a un appaltatore olandese, sta subendo ritardi significativi: la consegna prevista per il 2028 potrebbe slittare, lasciando la Marina con una flotta sempre più vecchia e costosa da mantenere.

Il nuovo piano «Kurs Marine» prevede di migliorare la disponibilità delle navi, aumentando la quota operativa al 66% della flotta, rispetto alla tradizionale suddivisione in terzi tra prontezza, attesa e manutenzione. Tuttavia, senza nuovi

investimenti, questo obiettivo resta difficile da raggiungere. Il commissario governativo per la difesa Henning Otte ha sottolineato la necessità urgente di rafforzare anche il personale. La crescente durata delle missioni richiede rotazioni di equipaggio più efficaci, ma la Marina soffre di carenze strutturali che ostacolano l'arruolamento. Secondo l'esperto militare Julian Pawlak, interpellato dalla tv pubblica ARD, solo un piano finanziario stabile a lungo termine potrà rendere la Marina più attrattiva come datore di lavoro.

Pawlak osserva che ci si trova in una fase di transizione: il futuro sarà dominato da tecnologie autonome, come navi senza equipaggio e droni marittimi. Tuttavia, tali innovazioni potranno solo in parte compensare la scarsità di risorse umane e materiali.

Per questo, l'attenzione operativa della Marina tedesca dovrà concentrarsi soprattutto su Mare del Nord e Mar Baltico, le aree più esposte alle pressioni russe e vitali per la sicurezza energetica europea. Un ulteriore fronte di intervento e investimento nel complessivo sforzo di rafforzamento della sottodimensionata Bundeswehr.

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