Politica estera

L'affondo di Trump contro Macron: "Sta leccando il cu... alla Cina"

Sferzata dell'ex presidente Usa contro il capo di Stato francese, reduce da una visita ufficiale in Cina dove ha criticato l'eccessiva dipendenza dell'Europa dall'estero, per evitare di diventare "vassalli". Trump: "È un amico"

Trump contro Macron: "Sta leccando il cu... alla Cina"
Tabella dei contenuti

Donald Trump torna all'attacco. In un'intervista rilasciata a Fox News, l'ex presidente Usa ha affrontato svariati temi, dalla campagna elettorale alla recente incriminazione a New York, fino alla politica estera. Su questo, The Donald ha commentato gli ultimi sviluppi della guerra in Ucraina e la recente visita di Emmanuel Macron in Cina, occasione per il presidente francese di ribadire l'importanza dei rapporti tra le due nazioni e avvertire l'Europa della necessità di un'autonomia strategica che sganci gli altri Stati europei dagli interessi degli Stati Uniti. "È un amico", riconosce il tycoon, che però subito rincara la dose: "Sta leccando il culo alla Cina".

Trump e il rischio di una catastrofe nucleare

La posizione del capo del Partito Repubblicano sul conflitto tra Mosca e Kiev è nota, così come quella sul ruolo globale della Cina: l'Ucraina, secondo Trump, verrà conquistata dalle truppe di Putin e cesserà di esistere; la Cina, bersaglio dei dazi imposti dalla sua amministrazione nel 2018 e tutt'ora in vigore, è un Paese nemico degli Stati Uniti e del mondo libero. Ma queste parole si inseriscono in un contesto più ampio: il tentativo dell'opposizione Usa, o di una parte di essa, è quello di screditare la guida di Joe Biden. Donald Trump ha sempre dichiarato che con lui alla Casa Bianca la Russia non avrebbe mai invaso il suo vicino. Viceversa, l'attuale leadership democratica, a suo dire, starebbe avvicinando il mondo intero a una Terza guerra mondiale.

"Quando sento la gente parlare di riscaldamento globale, di come gli oceani si innalzeranno di un ottavo di pollice nell'arco dei prossimi 300 anni, come fosse il nostro problema più pressante... Il nostro problema oggi non è il riscaldamento globale, ma il riscaldamento nucleare", ha ammonito il leader del Gop. Le tensioni in Ucraina come in Asia, teatro di una massiccia esercitazione militare da parte dell'esercito di Pechino a pochi passi da Taiwan, potrebbero scatenare in pochi secondi una catastrofe di "entità inimmaginabile".

Buone parole sono state spese anche per Vladimir Putin, definito "molto intelligente", e Xi Jinping, considerato un "uomo brillante che ha l'aspetto, il cervello, tutto". Sarebbero "grandi persone" anche i monarchi sauditi, incluso il principe ereditario Mohammad bin Salman, e l'ex presidente vanterebbe rapporti eccellenti perfino con il dittatore nordcoreano Kim Jong-un, protagonista insieme a Trump di alcuni vertici diplomatici di primo piano durante la sua presidenza.

L'ex presidente sempre più forte nel Partito Repubblicano

Nel corso dell'inedita conversazione con il conduttore conservatore Tucker Carlson, Donald Trump, che finirà a processo a New York, ha poi promesso di voler rimanere in corsa per le prossime presidenziali anche se dovesse essere condannato in uno dei 5 procedimenti contro di lui. "Non mi ritirerei mai. Non è nella mia natura. Non lo farei", ha assicurato l'ex presidente americano arrestato una settimana fa a Manhattan, dove gli sono contestati 34 reati (principalmente falso in bilancio, collegato a un più grave implicito tentativo di cospirazione). Il procuratore distrettuale che porta avanti l'accusa, Alvin Bragg, ha fatto causa al deputato Jim Jordan, presidente della commissione Giustizia della Camera dei Rappresentanti. Jordan è stato citato in giudizio dal procuratore afroamericano per aver interferito nelle indagini e aver creato un "circo mediatico".

L'intervista di Trump a Fox News arriva inoltre dopo un periodo in cui l'emittente di proprietà del magnate Rupert Murdoch aveva quasi oscurato la presenza mediatica dell'ex presidente, preferendo invece di mandare in onda il suo diretto rivale Ron DeSantis, ospite quasi fisso prima dell'incriminazione del tycoon. I guai giudiziari di The Donald sembrerebbero quindi aver galvanizzato e adunato il Partito Repubblicano attorno alla sua figura, come dimostrano i sondaggi, dove il 45esimo presidente è tornato saldamente in testa davanti al governatore della Florida (che però non si è ufficialmente candidato alla Casa Bianca).

La candidatura sempre più consolidata di Trump si opporrà quasi sicuramente a quella del democratico Biden, il quale nel frattempo ha cercato di mettere a tacere le voci di un suo passo indietro, confermando la volontà di ripresentarsi nel 2024 per cercare il bis.

E chissà che quella del prossimo anno non sia una rivincita dello scontro avvenuto nel 2020.

Commenti