Politica internazionale

Le Europee del 2024 rendono più vicine Meloni e Von der Leyen. "Collaboriamo sul Pnrr". Migranti, niente intesa

Poco più di un'ora di colloquio rigorosamente in inglese, per fare il punto sui dossier più caldi ma anche e soprattutto per cercare di saldare un rapporto che è ancora tutto da costruire

Le Europee del 2024 rendono più vicine Meloni e Von der Leyen. "Collaboriamo sul Pnrr". Migranti, niente intesa

Poco più di un'ora di colloquio rigorosamente in inglese, per fare il punto sui dossier più caldi ma anche e soprattutto per cercare di saldare un rapporto che è ancora tutto da costruire. Non solo dal punto di vista umano e personale, ma anche politico, visto che ormai da molti mesi in quel di Bruxelles si lavora a un asse stabile tra Ppe e Conservatori in vista delle elezioni Europee del 2024.

Giorgia Meloni riceve Ursula von der Leyen a Palazzo Chigi all'ora di pranzo, un faccia a faccia a cui prende parte anche Raffaele Fitto, ministro per gli Affari europei. Con loro gli ambasciatori Francesco Talò, consigliere diplomatico della premier, e Piero Benassi, rappresentante permanente dell'Italia in Ue. Un incontro cordiale, che è l'occasione per conoscersi meglio e, forse, lasciarsi alle spalle le frizioni degli anni in cui Meloni si trovava spesso a polemizzare con le scelte di Bruxelles. Le due, d'altra parte, potrebbero presto essere dallo stesso lato della barricata, se davvero si salderà l'asse tra il Partito popolare europeo (di cui fa parte von der Leyen) e i Conservatori e Riformisti europei (di cui Meloni è presidente). Un percorso di avvicinamento iniziato lo scorso anno - grazie ai buoni uffici di Fitto - con l'elezione della maltese Roberta Metsola alla presidenza del Parlamento Ue. E che sta avendo una decisa accelerazione dopo che il Qatargate ha investito il Pse.

Il valore politico del faccia a faccia di ieri, insomma, sembra avere più peso dei singoli dossier affrontati. Soprattutto considerando che - volendo fare una previsione ad oggi e, ovviamente, con i limiti del caso - il prossimo anno i voti dei Conservatori potrebbero essere decisivi per un'eventuale riconferma di von der Leyen alla guida della Commissione. Mentre Meloni, dal canto suo, ha tutto l'interesse a smentire le previsioni di chi in Italia dava per scontato che un governo guidato dalla leader di Fdi avrebbe avuto un rapporto fortemente conflittuale con l'Ue. E, in effetti, ad oggi non è affatto questa l'impressione.

Tanto che von der Leyen ci tiene a far sapere che il suo secondo bilaterale con Meloni (il primo risale allo scorso 3 novembre, quando appena insediata a Palazzo Chigi le fece visita a Bruxelles) è andato più che bene. «Un piacere incontrare Giorgia Meloni a Roma», twitta in italiano la presidente della Commissione europea. Che poi elenca i temi al centro del faccia a faccia: «Continuare a sostenere l'Ucraina, garantire energia sicura e conveniente, rafforzare la competitività dell'industria Ue, fare progressi sul Patto sulla migrazione».

Sul tavolo, ovviamente, anche il Pnrr. Con von der Leyen, fanno sapere fonti di governo italiane, che manifesta apprezzamento per come l'Italia ha realizzato tutti gli obiettivi previsti per il 2022. «Non era semplice», dice rivolta a Fitto. Che, sempre su Twitter, dice che con la presidente della Commissione Ue «è stato riaffermato l'impegno del nostro governo sul Pnrr». Senza entrare nel merito del dossier, anche perché le interlocuzioni con Bruxelles sul punto sono costanti, con check settimanali. Insomma, non era certo ieri l'occasione in cui concentrarsi sui dettagli, visto che i negoziati per rimodulare sul versante finanziario e dei contenuti parte del Piano sono ormai in fase avanzata. Quello che interessava a Meloni era soprattutto il via libera politico, così da velocizzare al massimo il lavoro degli uffici di Roma e Bruxelles. Si è poi parlato della necessità di una riposta europea all'Inflation Reduction Act degli Stati Uniti (il massiccio piano di sussidi di Washington all'industria statunitense per portare avanti la transizione verde). Anche se sul punto la premier ha ribadito le perplessità italiane su un allentamento delle regole Ue sugli aiuti di Stato che favorirebbe soprattutto i Paesi con meno debito, primo fra tutti proprio la Germania della von der Leyen. Infine, il capitolo migranti, tema in agenda al prossimo Consiglio Ue del 9 e 10 febbraio. Con la convinzione condivisa che sia «necessaria una risposta europea sul punto». Che però non arriverà nei prossimi mesi. Il tema, d'altra parte, è annoso. E immaginare una soluzione a breve è difficile.

D'altra parte, non è un caso che nella nota di Palazzo Chigi ci si limiti a parlare di «ottima occasione per uno scambio di vedute», formula che lascia capire che non si è entrati nel merito dei dossier.

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