Qatargate

Adesso Doha minaccia ritorsioni. E ricatta l'Europa (Italia inclusa) con l'arma del gas

Nel pieno dello scandalo per l'inchiesta sulla presunta corruzione nel cuore delle istituzioni europee da parte di Marocco e Qatar, l'Emirato contrattacca

Adesso Doha minaccia ritorsioni. E ricatta l'Europa (Italia inclusa) con l'arma del gas

Nel pieno dello scandalo per l'inchiesta sulla presunta corruzione nel cuore delle istituzioni europee da parte di Marocco e Qatar, l'Emirato contrattacca. E minaccia conseguenze sulle forniture di gas. All'indomani del terremoto giudiziario e degli arresti, Bruxelles aveva sospeso ogni discussione in Plenaria riguardante il Paese, a partire dal dossier sulla liberalizzazione dei visti, e aveva vietato l'accesso dei suoi rappresentanti all'Eurocamera. Ora Doha reagisce. Un diplomatico qatariota della missione presso la Ue, in una serie di dichiarazioni riprese dall'emittente «Al Mayadeen», fa capire senza troppi giri di parole che ci saranno ripercussioni se le contromisure adottate dal Parlamento dovessero continuare. La decisione di imporre «queste restrizioni discriminatorie, che limitano il dialogo e la cooperazione con il Qatar prima della fine delle indagini, influenzeranno negativamente la cooperazione in materia di sicurezza regionale e globale, nonché i colloqui in corso sulla carenza di energia e sulla sicurezza globale». Avranno cioè un «impatto negativo» anche sulla fornitura globale di gas ai Paesi della Ue. Il Qatar, continua, è un «importante fornitore» di gas naturale liquefatto al mondo, e lo è anche per lo stesso Belgio. Di certo dallo scoppio della guerra in Ucraina, è diventato un interlocutore primario nei dei processi di diversificazione per le forniture di gas in Europa. Che ora rischia di finire sotto ricatto.

Il Qatar lamenta l'assenza di collaborazione da parte del governo del Belgio di cui, il Paese del Golfo si dice partner «stretto» e rivendica una vicinanza durante la pandemia: «È profondamente deludente che il governo belga non abbia fatto alcuno sforzo per impegnarsi con il nostro governo per stabilire i fatti una volta venuti a conoscenza delle accuse».

Quanto all'inchiesta, «respingiamo fermamente le accuse che associano il nostro governo a cattiva condotta. Il Qatar non è stata l'unica parte nominata nelle indagini, eppure esclusivamente il nostro Paese è stato criticato e attaccato», dice il diplomatico, che parla di una «condanna selettiva». L'Emirato, oltre a essere un importatore di armamenti da diversi Paesi europei, è anche uno dei tre principali paesi produttori di gas al mondo con Stati Uniti e Australia. Sta sviluppando il più grande giacimento esistente al mondo, il North Field East, un progetto off shore che il Qatar condivide con l'Iran, nel nord-est del Golfo Persico: la produzione dovrebbe passare dalle attuali 77 milioni di tonnellate all'anno a 126 milioni entro il 2027. Per accelerare l'ampliamento delle infrastrutture, la società di stato QatarEnergy aveva annunciato di aver aperto alla collaborazione degli operatori occidentali. Anche Eni era stata selezionata come partner internazionale. Quegli stessi Paesi occidentali insomma avrebbero molto da perdere, è stato il messaggio chiaro dal Paese del Golfo.

L'inchiesta va avanti. In Italia la moglie dell'ex eurodeputato Antonio Panzeri - lui in carcere a Bruxelles con l'accusa di corruzione e riciclaggio - comparirà davanti alla corte d'Appello di Brescia che dovrà decidere sulla sua consegna al Belgio. Domani sarà la volta della figlia. Le donne sono accusate dagli inquirenti belgi - sulla base di intercettazioni - di essere state pienamente consapevoli, oltre che beneficiarie, della presunta corruzione nei confronti di Panzeri da parte del Qatar e del Marocco. Nelle intercettazioni citate dalla Procura di Bruxelles a sostegno della richiesta di arresto si parlava della disponibilità per la famiglia Panzeri di una carta di credito di una terza persona chiamata «il gigante». Madre e figlia sono state destinatarie una settimana fa di un mandato di arresto europeo e ora sono ai domiciliari.

Il loro avvocato ha ribadito la loro «totale estraneità» ai fatti contestati.

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