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Allarme siccità, Salvini adesso punta i piedi. "Servono soldi"

Sull'emergenza acqua il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha le idee chiare

Allarme siccità, Salvini adesso punta i piedi. "Servono soldi"

Sull'emergenza acqua il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha le idee chiare. E da giorni va ripetendo come un mantra che il punto non è certo stabilire chi assumerà la responsabilità di commissario per gestire questa situazione sempre più critica. Il punto sono i finanziamenti che lo stesso commissario avrà a disposizione per attuare una politica che tuteli quello che è senza dubbio il bene comune più prezioso che abbiamo.

Ecco perché il Consiglio dei ministri di martedì prossimo potrà divenire risolutivo in merito. Salvini si aspetta, infatti, che l'occasione della presentazione del decreto legge sull'emergenza acqua, che disciplinerà le competenze del commissario, preveda anche adeguati finanziamenti.

«Chiederò che in quel decreto ci siano i soldi - spiega lo stesso leader della Lega intervenendo all'evento della Community valore acqua per l'Italia -, perché l'emergenza senza soldi non la si risolve». «Noi abbiamo preparato questo schema di decreto legge su cui stiamo perdendo veramente il sonno» aggiunge Salvini, spiegando che è stato chiesto intanto un fondo di settecento milioni di euro l'anno per migliorare la sicurezza degli invasi. «Non c'è una bacchetta magica - aggiunge -, io penso che con un po' di coraggio, buona volontà, con un po' di quattrini e un pò di personale motivato l'anno prossimo potremo parlare di numeri leggermente migliori».

La richiesta del vicepremier è stata ribadita nel corso della cabina di regia di Palazzo Chigi. Una riunione giudicata «positiva» dai partecipanti dove sono state anticipate le linee del decreto che ha come principale obiettivo di «semplificare per accelerare» le procedure che il commissario si troverà a coordinare da qui alla fine dell'anno. Alcuni dei ministri, a partire dal responsabile delle politiche del Mare e della Protezione civile, Nello Musumeci, hanno chiesto di alzare a tre anni l'arco temporale di impegno del commissario.

Soddisfazione esprime anche il ministro per le Politiche Agricole Francesco Lollobrigida. «Stiamo affrontando il problema in un'ottica multidisciplinare - spiega il ministro - che distingua innanzitutto l'aspetto dell'emergenza, cioè gli interventi nel breve periodo, da una strategia invece a più lungo termine. In questa prospettiva c'è il tema delle dighe e della loro gestione. Le dighe in Italia sono oltre 500 e a causa dei detriti depositati nei decenni hanno la propria capienza ridotta del 30% almeno.

Questo significa che la capacità di stoccaggio potrebbe aumentare di un terzo solo effettuando la manutenzione di questi bacini».

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