Guerra in Ucraina

Altra telefonata con Vlad. Lukashenko ora batte cassa

Almeno due telefonate sono intercorse ieri, dopo il mancato golpe della Brigata Wagner, tra Vladimir Putin e Alexandr Lukashenko

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Almeno due telefonate sono intercorse ieri, dopo il mancato golpe della Brigata Wagner, tra Vladimir Putin e Alexandr Lukashenko, quest'ultimo il grande mediatore nella trattativa che ha portato Evgenij Prigozhin in ritirata in Bielorussia. Il presidente bielorusso deve ora passare all'incasso, dopo aver contribuito alla trattativa che ha fermato la marcia su Mosca di Prigozhin e dei suoi paramilitari. Lukashenko ha usato i suoi «canali esistenti» per negoziare con Prigozhin, ricorda il think tank di Washington Isw (Istituto per lo Studio della Guerra). Non è quindi escluso che il leader di Minsk cerchi di utilizzare il suo ruolo di mediatore per ottenere una posizione di vantaggio, da cui portare avanti i suoi obiettivi. Che potrebbero essere principalmente due: ritardare la formalizzazione l'Unione Russia-Bielorussia e impedire a Putin di utilizzare le forze bielorusse in Ucraina.

Il Cremlino si è detto «riconoscente» a Lukashenko per il suo ruolo di mediatore e il portavoce della presidenza russa, Dmitri Peskov, ha ricordato che il presidente bielorusso «conosce personalmente Prigozhin da molto tempo, da più di 20 anni» e che è stata una «sua iniziativa personale» risolvere la situazione. La mediazione lo rimette dunque al centro dei giochi nella guerra Russia-Ucraina.

Mosca lo ha già usato come trampolino di lancio per assaltare Kiev e, ancora prima del golpe, come lasciapassare per dispiegare in Bielorussia le armi nucleari con cui il Cremlino vuole spaventare, non solo l'Europa.

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