Guerra in Ucraina

Asse con Parigi sull'Ucraina. Palazzo Chigi è al lavoro per blindare il decreto-armi

Oggi il ministro Crosetto incontra l'omologo francese: "Sarà un testo inattaccabile". Conte tace per non irritare i Verdi Ue

Asse con Parigi sull'Ucraina. Palazzo Chigi è al lavoro per blindare il decreto-armi

Ci vorrà ancora qualche giorno, «almeno una settimana», valutano fonti di governo. Ma a breve il nuovo decreto interministeriale (Difesa, Esteri e Economia) per l'invio di aiuti militari all'Ucraina sarà varato. E sarà «un decreto inattaccabile», assicura il ministro Guido Crosetto: l'obiettivo delle forniture italiane non è quello di «attaccare i russi», come proclama la propaganda di Mosca, ma al contrario di «consentire agli ucraini di difendersi dai continui attacchi missilistici russi che piovono sul loro paese».

Il governo Meloni affronta un passaggio delicato: da un lato c'è l'impegno irrinunciabile a muoversi a fianco degli alleati della Nato e dell'Unione europea per difendere l'Ucraina invasa e costringere il regime genocida di Vladimir Putin a fermare i massacri e trattare. Come spiega Crosetto, è necessario un pressing fortissimo, anche militare, per «far capire a Putin che non può vincere, e costringerlo a sedersi al tavolo della pace». E il segnale arrivato con il summit telefonico della premier Giorgia Meloni con Biden, Scholz, Macron e Sunak è chiaro e inaggirabile: l'alleanza pro-Ucraina «è compatta», come sottolineano a Palazzo Chigi, e l'Italia ne fa parte da protagonista. Come dimostrano anche le missioni a Varsavia e nella stessa Kiev che la presidente del Consiglio sta preparando. E come dimostra l'accordo «vicino alla definizione» tra Italia e Francia per la fornitura del sistema di difesa aerea Samp-T all'Ucraina: oggi, rivelava ieri sera la Reuters, il ministro della Difesa di Parigi Sebastien Lecornu sarà a Roma per incontrare l'omologo italiano e definire gli ultimi dettagli: «Stiamo finalizzando l'intesa con gli italiani», assicurano fonti francesi.

Dall'altro però c'è un opinione pubblica bombardata dalla disinformazia terroristica del regime putiniano, che, dopo la decisione di inviare a Kiev gli indispensabili tank, alimenta - grazie anche all'acquiescenza di molti media italici - il terrore della «escalation», della rappresaglia atomica fine-di-mondo modello Dottor Stranamore, del coinvolgimento bellico diretto. «È quello su cui punta Putin - avverte Crosetto - C'è un terreno su cui la Russia e la Cina hanno un vantaggio rispetto agli altri, specialmente alle nostre democrazie occidentali: non hanno delle opinioni pubbliche a cui rispondere».

Ma è una pressione che investe anche forze politiche di opposizione e di maggioranza: le uscite anti-Zelensky a Sanremo di esponenti del centrodestra (Salvini in testa) ne sono un chiaro sintomo. Anche se il leader leghista è costretto ad allinearsi: «Meloni sta facendo il massimo per la pace», dice.

E così ieri era un susseguirsi di invocazioni della «pace» e del «negoziato», come se non fosse il dittatore russo ad aver finora sepolto tra le bombe ogni tentativo di trattativa. La candidata alla segreteria Pd Elly Schlein geme: «La situazione è preoccupante: non si può aspettare che cada l'ultimo fucile per affrontare le condizioni della pace». Toni analoghi da Maurizio Gasparri di Forza Italia: «L'escalation degli Stati Uniti e della Germania è preoccupante». Con una chiosa più realista: «Finché gli ucraini vengono attaccati è indispensabile tutelare le loro vite». In questo quadro è singolare il silenzio di Giuseppe Conte, fino a ieri alfiere di Mosca contro gli aiuti militari a Kiev. Ma oggi costretto a profondersi in proclami pro-Zelensky dalla necessità di farsi accettare nel gruppo dei Verdi (dominato dai filo-Nato tedeschi) al Parlamento europeo: «Siamo vicini all'Ucraina sin dal primo momento, contro l'invasione di Putin contraria a ogni principio di diritto internazionale, e per questo abbiamo sostenuto gli aiuti anche militari», è il suo surreale annuncio. E anche il leader della Lega, alla fine, deve allinearsi: «Zelensky e Putin prima o poi dovranno parlarsi.

Meloni sta facendo il massimo per la pace», dice.

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