"Non possiamo non dar voce alla preoccupazione di moltissimi genitori e non solo per la dilagante colonizzazione da parte della cosiddetta 'teoria del gender', sbaglio della mente umana, come ha detto Papa Francesco a Napoli". Lo afferma con forza il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, aprendo i lavori del Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana. Nel chiedere "un risveglio della coscienza individuale e collettiva", Bagnasco sottolinea che "il gender si nasconde dietro a valori veri come parità, equità, autonomia, lotta al bullismo e alla violenza, promozione, non discriminazione - avverte il cardinale Bagnasco - ma, in realtà, pone la scure alla radice stessa dell’umano, per edificare un transumano in cui l’uomo appare come un nomade privo di meta e a corto di identità".
Il presidente della Cei punta il dito contro chi intende "costruire delle persone fluide, che pretendano che ogni loro desiderio si trasformi in bisogno e quindi diventi diritto: individui fluidi per una società fluida e debole. Una manipolazione da laboratorio - denuncia Bagnasco - dove inventori e manipolatori fanno parte di quella governance mondiale che va oltre i governi eletti e che spesso rimanda ad organizzazioni non governative che, come tali, non esprimono nessuna volontà popolare". "Vogliamo questo per i nostri bambini, ragazzi, giovani? Genitori che ascoltate - prosegue il cardinale - volete questo per i vostri figli? Che a scuola, fin dall’infanzia, ascoltino e imparino queste cose, così come avviene in altri Paesi d’Europa?". Bagnasco sottolinea che "reagire è doveroso e possibile; basta essere vigili, senza lasciarsi intimidire da nessuno, perché il diritto di educare i figli nessuna autorità scolastica, legge o istituzione politica può pretendere di usurparlo. È necessario un risveglio della coscienza individuale e collettiva, della ragione dal sonno indotto a cui è stata via via costretta".
Per i vescovi italiani l’Europa deve fare un serio esame di coscienza sul fenomeno di occidentali che si arruolano negli squadroni della morte. "Non si può liquidare la questione - afferma il presidente della Cei - sul piano sociologico incolpando la mancanza di lavoro nei vari Paesi: ciò può essere una concausa. Il problema - afferma il porporato aprendo i lavori del Consiglio episcopale permanente - è innanzitutto di ordine culturale: non si può svuotare una cultura dei propri valori spirituali, morali, antropologici senza che si espongano i cittadini a suggestioni turpi". "In questo senso - conclude il cardinale di Genova - la cultura occidentale è minacciata da se stessa e favorisce il totalitarismo".
Un pensiero Bagnasco lo rivolge anche all’emergenza immigrazione: "La Chiesa, attraverso le Caritas e i centri Migrantes, le parrocchie e le associazioni specifiche, risponde con ogni mezzo, anche grazie all’otto per mille, e mira a un processo di vera integrazione nel rispetto delle comunità di accoglienza e dei cittadini".
Dopo le recenti parole de Papa Francesco a Napoli, non poteva mancare un accenno alla corruzione. In Italia "malcostume e malaffare sembrano diventati un regime talmente ramificato da essere intoccabile". Il presidente della Cei fa sua l’espressione forte pronunciata sabato dal pontefice: "La corruzione 'spuzza'. "Esempi ne emergono ogni giorno: come corpi in stato di corruzione, ammorbano l’aria che si respira, avvelenano la speranza e indeboliscono le forze morali". "Ciò è insopportabile!", tuona il cardinale di Genova.
"Un coacervo dove chi è più forte fa lezione e detta legge". Così appare l’Europa a Bagnasco, quanto alla sua capacità di rispondere "alla tragedia di uomini, donne, bambini, che attraversano il mare per raggiungere le nostre coste con la speranza di una vita migliore; fuggono dai loro Paesi per le ragioni che conosciamo: guerre, carestia, miseria, violenza. Cosa trovano?, si chiede il presidente della Cei. "Molto - rileva - ma certamente ancora insufficiente al fine di una vera integrazione e di una vita nuova. Le forze in campo non sono poche, ma la situazione richiede visione, energie e risorse, che attestino che l’Europa esiste come casa comune e non come un insieme di interessi individuali ancorché nazionali".
La prolusione del cardinale rende omaggio al nuovo Capo dello Stato, Sergio Mattarella: "Tutto il popolo - assicura il porporato - guarda alla sua persona con fiducia.
I vescovi, fedeli alla loro missione di pastori e nel rispetto delle istituzioni democratiche, danno voce alla gente con l’unico intendimento di contribuire alla costruzione del bene comune, a partire dai più deboli e bisognosi", spiega il cardinale di Genova che infine promette a nome dell’intera conferenza episcopale: "Mentre gli esprimiamo la nostra lealtà di cittadini, gli rivolgiamo altresì l’assicurazione della nostra preghiera per il suo altissimo compito di riferimento unitario e di supremo garante della democrazia e delle tradizioni del Paese".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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