Guerra in Ucraina

Bluff 5s, un altro filorusso al posto di Petrocelli. E spuntano i tweet di Ferrara contro Nato e Usa

Commissione Esteri, i grillini puntano sul senatore già ospite di Mosca nel 2019. Ma la votazione sarà a scrutinio segreto. Perego (Fi): "Dalla padella alla brace"

Bluff 5s, un altro filorusso al posto di Petrocelli. E spuntano i tweet di Ferrara contro Nato e Usa

Il Movimento 5 Stelle ha indicato per la presidenza della commissione Affari Esteri un profilo non molto distante da quello di Vito Petrocelli, il discusso senatore filo-russo - quello del tweet con la «Z» putiniana - che Giuseppe Conte, nonostante gli annunci plateali, non ha ancora espulso. Da qualche giorno, si vociferava che il nome avanzato dai pentastellati potesse essere quello di Gianluca Ferrara, un parlamentare conosciuto anche per aver difeso proprio Petrocelli, almeno per le modalità con cui la commissione sarebbe stata gestita.

Secondo le logiche del «campo largo» di Enrico Letta e Conte, quella presidenza spetterebbe ancora al centrosinistra. La votazione, comunque, avrà luogo a scrutinio segreto. «È molto probabile» che il candidato grillino sia lui, ci aveva confermato la senatrice Alessandra Maiorino. Poi è arrivata anche la dichiarazione della capogruppo Mariolina Castellone che, in relazione al possibile futuro da presidente di Ferrara, ha parlato di una «naturale conseguenza del suo ruolo». Il senatore campano è del resto il capogruppo del Movimento 5 Stelle nella stessa Affari Esteri, oltre che il vice capogruppo a Palazzo Madama. Il parlamentare, nel suo curriculum, può annoverare pure un discorso tenuto a Mosca, dinanzi ai colleghi russi, nel 2019. Tra le posizioni politiche balzate agli onori delle cronache o riscontrabili, possono essere elencate: la contrarietà all'acquisto degli F35, una richiesta di chiarimento diretta al ministro della Difesa Lorenzo Guerini per un'esercitazione congiunta italo-israeliana ed il riconoscimento internazionale dello Stato palestinese. Rispetto alla guerra scatenata da Vladimir Putin in Ucraina, il senatore ha sposato la linea sullo «stop» all'invio di armi dell'ex «avvocato degli italiani», aggiungendo però - come si legge su Repubblica - che l'Ucraina, al fine della pacificazione del conflitto, dovrebbe cedere «un paio di Regioni». E spuntano anche suoi vecchi post sui social, risalenti al 2016 e al 2017. Tutti anti-Nato e anti-Usa: «Basta F-35, Basta bombe atomiche e basi militari Usa sul nostro territorio: fuori l'Italia dalla Nato»; «Oggi l'accerchiamento della Nato alla Russia è evidente»; «I presidenti Usa sono tra i peggiori terroristi che il mondo ha ospitato negli ultimi 100 anni», scriveva Ferrara prima dell'elezione a Palazzo Madama.

«Di male in peggio - ha dichiarato al Giornale l'azzurro Matteo Perego di Cremnago - La volontà di sostituire Petrocelli con Ferrara è l'ennesima prova d'inadeguatezza del Movimento 5 Stelle che in una fase storica come quella che viviamo - ha aggiunto il deputato - , vorrebbe affidare la presidenza della commissione Affari Esteri ad un senatore le cui idee non sono coerenti con il posizionamento atlantista ed europeista del nostro Paese». E ancora: «Se non fosse che si tratta del MoVimento 5 Stelle dovremmo esserne stupiti», ha chiosato Perego di Cremnago.

Tra i corridoi del Senato, considerata la delicatezza del momento, molti parlamentari, a prescindere dal colore partitico, ci hanno confidato che vorrebbero che l'incarico venisse affidato ad una personalità di alto profilo. Insomma, il quadro d'insieme sembra suggerire possibili sorprese.

Intanto il Movimento 5 Stelle ha operato la sua mossa, facendo sì che molti identificassero in Ferrara il possibile protagonista di un caso Petrocelli bis.

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