Boschi da testimonial alla panchina: in famiglia ha già troppi problemi

Chi si aspettava un ministro pronto alla battaglia sui diritti civili è destinato a rimanere deluso

Boschi da testimonial alla panchina: in famiglia ha già troppi problemi

Roma - La ministro Maria Etruria Boschi è davvero una brava bambina. Obbediente e coscienziosa, tutta governo e famiglia (che in fondo, per lei, devono essere la stessa cosa).

Per questo, chi si aspettava una Boschi di battaglia sui diritti civili - e nel mondo Lgbtq sono stati in tanti a cadere nell'inganno - oggi è piuttosto deluso. La verità è che la Madonnina di Palazzo Chigi, così rassicurante per le famiglie a largo raggio, a 360 gradi, è una specie di juke-box del potere renziano: parla a comando, solo quando glielo chiede il Capo, inserendo l'apposito gettone. Così, pur essendo invischiata fino al collo nelle malefatte paterne, e in pieno conflitto d'interessi, non ha rinunciato la settimana scorsa a presentarsi alla Camera per difendere l'amico fraterno di Renzi, Marco Carrai, quello che s'è messo in testa di fare il Cyber-Jamesbond de' noantri nonostante il palese conflitto d'interesse con l'ex inquilino. Lo stesso, più o meno, accadde qualche mese fa sulle unioni civili, di cui la ministro è stata invitata a reggere il testimonial dopo l'estate, quando l'esigenza del governo era quella di distogliere l'attenzione da fatti più eclatanti (e preoccupanti). Primo ministro della Repubblica a finire in un gay village, a Padova, Maria Etruria in una mezz'oretta fece passerella seguita da un codazzo di cameramen e fotografi come dio (non) comanda. Indossò per l'occasione la magliettina con l'effige della poetessa Alda Merini sotto il chiodo nero di pelle renziano e sposò in pieno la causa: «È un fattore di civiltà, entro ottobre faremo la legge».

Ma il calor arcobaleno della Boschi man mano s'è andato affievolendo, tanto che per trovare una nuova intemerata della ministra sull'argomento si deve arrivare a novembre, quando mise a cuccia Alfano: «È un impegno di civiltà - ripetè -; se Ncd non vota ci alleeremo con altri». Ora, sarà pur vero che nel frattempo è passato il treno dello scandalo bancario, che il Sommo Pontefice ha predicato di non far confusione, e lo stesso Matteo s'è paraculescamente eclissato, però dell'impegno «civile» della Boschi non v'è più traccia.

In un'intervista difensiva a inizio gennaio, ospitata dal Corsera, s'è limitata a dire di restare «favorevole alla stepchild adoption», rimarcando piuttosto che sul tema «va tutelata e rispettata la coscienza individuale» e raccomandando a tutti di «usare toni più bassi». Resta attonito il mondo gay e lesbo, che sperava nelle bionde chiome aretine per veder decollare la famiglia arcobaleno. Sarà per un'altra volta; per ora, sulla famiglia Boschi, piove a dirotto.

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