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Botta e risposta Conte-Di Battista: ormai la spaccatura è insanabile

Scontro aperto tra "nuovo corso" di Giuseppe Conte e "grillismo delle origini" di Alessandro Di Battista. E la scelta per il Colle diventa una prova del nove per la base elettorale

Botta e risposta Conte-Di Battista: ormai la spaccatura è insanabile

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Chi immagina che il MoVimento 5 Stelle possa ricomporsi, con ogni probabilità, sbaglia calcolo: l'ex premier gialloverde e giallorosso Giuseppe Conte ed il "grillino delle origini" Alessandro Di Battista sono i protagonisti di uno scontro pubblico che ha impiegato poco tempo a balzare all'attenzione dell'opinione pubblica.

Nelle ultime ore, qualche retroscena ha ipotizzato che l'ex "avvocato degli italiani" intendesse allargare le maglie delle riunioni grilline per il Colle a quei parlamentari che, confluendo in L'Alternativa c'è o in altri rivoli del Gruppo misto, continuano a guardare con interesse alle mosse di "Dibba". In realtà, l'emisfero post-grillino sta procedendo per i fatti suoi: sul Quirinale non ci sarà intesa tra chi è ancora nel MoVimento 5 Stelle e chi, invece, è fuoriuscito.

La prova definitiva è la scelta degli ex grillini di votare per Paolo Maddalena. Il giudice emerito della Corte costituzionale è il nome selezionato da una quarantina di parlamentari anche per recapitare un messaggio a Conte e ai suoi: Mario Draghi - lascia intendere la mossa - non può essere, per tradizione e storia grillina, la figura rappresentativa da sostenere come successore di Sergio Mattarella. Si vedrà se la candidatura reggerà o meno, ma la ferita aperta riguarda comunque la mancata ricomposizione in funzione del giro di boa per il Colle di coloro che sono entrati in Parlamento "grazie" alla creatura di Beppe Grillo.

In relazione al prossimo vertice istituzionale italiano, del resto, è stato recapitato un messaggio chiaro (peraltro dall'interno del MoVimento) all'avvocato originario di Volturara Appula: come ha scritto Domenico Di Sanzo sul Giornale, sono molti i grillini che si oppongono al trasloco di Mario Draghi da Palazzo Chigi al Quirinale.

La "scusa" per far sì che lo scontro emerga sul piano pubblico, per così dire, è un emendamento grillino sui test anti-Covid: quelli che Giuseppe Conte avrebbe voluto far fare anche alle parafarmacie. "Oggi in Commissione al Senato il centrodestra - compresa Iv - ha bocciato un nostro emendamento che avrebbe esteso alle parafarmacie la possibilità di effettuare i test - ha fatto presente il capo grillino via Facebook - . La bocciatura di quell’emendamento va tutto a danno dei bisogni e delle necessità dei cittadini, nonché della credibilità della politica: in una fase come questa si dovrebbe essere parte della soluzione e non dei problemi". Alessandro Di Battista non si è lasciato sfuggire l'occasione.

Come riportato da Repubblica, l'ex front man del MoVimento 5 Stelle ha preso posizione sempre a mezzo social, non disdegnando di criticare l'ex presidente del Consiglio: "Il punto, Giuseppe, e sai che te lo dico con rispetto ma con schiettezza, è che con certa gente ci governate assieme. Coloro che hanno dato indicazione di voto contraria a tale (sacrosanto) emendamento, si siedono accanto ai ministri a 5 Stelle nel Consiglio dei ministri...". Il clima, invece di stemperarsi, si è poi surriscaldato.

"Con la stessa schiettezza - ha risposto Giuseppe Conte dalla sua pagina - , caro Alessandro, devo dirti che senza di noi oggi, con buone probabilità, non ci sarebbe più nulla di quello che abbiamo realizzato: Reddito di Cittadinanza, Spazzacorrotti, Superbonus 110% - solo per citare alcune misure. Sarebbe stato cancellato tutto quello per cui abbiamo lottato...". Un botta e rispsota in piena regola che rivela quale sia il vero "trofeo" ambito dai due leader: la base elettorale, per quanto ristretta sia, del grillismo delle origini.

Prima l'animata dialettica pubblica, poi la diversità di vedute sul Colle: l'unità grillina è una chimera.

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