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Lo schiaffo dei penalisti alle toghe: "Alla riforma critiche pretestuose"

Il presidente dell'Unione delle Camere penali sferza le toghe: "Non potete chiudervi in un fortino per cui ogni modifica riformatrice la vivete come un assalto. Come potete avere paura del vostro lavoro e di voi stessi?"

Lo schiaffo dei penalisti alle toghe: "Alla riforma critiche pretestuose"

"Come mai questo silenzio sul tema dei fuori ruolo? Non esiste nessun altro Paese al mondo nel quale si formi un governo di qualsiasi colore e 200 magistrati vanno nell'esecutivo". È questo il monito lanciato da Gian Domenico Caiazza in occasione del suo intervento davanti all'assemblea generale dell'Associazione nazionale magistrati, convocata sulla riforma dell'ordinamento giudiziario e del Consiglio superiore della magistratura. Il presidente dell'Unione delle Camere penali ha invitato a non chiudersi "in un fortino" per cui ogni modifica riformatrice viene vissuta "come un assalto".

Il monito di Caiazza

Nel pomeriggio l'assemblea nazionale dei magistrati dell'Anm sarà chiamata a esprimersi sulle ipotesi di come procedere nella protesta contro la riforma dell'ordinamento giudiziario; tra le opzioni sul tavolo vi è anche quella dello sciopero. Verranno valutate ulteriori forme di agitazione e proteste. Per Caiazza la riforma dell'ordinamento giudiziario e del Csm è "blanda e lacunosa", ma a suo giudizio rappresenta comunque "passi in avanti" che sono stati apprezzati. E aggiunge: "Non posso non rappresentarmi la sensazione della pretestuosità dei temi che sollevate".

Il presidente dell'Unione delle Camere penali si è rivolto ai magistrati e ha parlato del fascicolo di performance del magistrato, novità molto contestata dalle toghe. "Come potete avere paura del vostro lavoro e di voi stessi, dal momento che i giudizi sul fascicolo li valutate voi magistrati?", ha chiesto rivolto alla platea di giudici e pm. Successivamente ha fatto notare che una crisi della giurisdizione in fin dei conti è una crisi della democrazia.

La protesta di Anm

Di recente Salvatore Casciaro, segretario generale dell'Associazione nazione magistrati, ha definito la riforma "viziata proprio dal risentimento" oltre che "permeata da logiche aziendalistiche". Le parole usate sono state pesanti: la riforma pensa ai tribunali "come a catene di montaggio, che forniscono, possibilmente in tempi rapidi, un prodotto, poco importa se sia o meno di qualità". Un'altra accusa di fondo è che la riforma potrebbe finire per alterare profondamente il modello costituzionale di giudice.

Casciaro ha inoltre parlato del fascicolo delle performance che raccoglie lo sviluppo processuale delle pratiche, quasi uno screening periodico: ha denunciato la logica di fondo, come se fosse una vera e propria gara da disputare per cui "ogni riforma di sentenza, o il rigetto dell'istanza cautelare del pm, valga come una sconfitta".

Per Giuseppe Santalucia, presidente dell'Anm, con questa riforma non si rende un buon servizio al Paese: ha rimarcato la necessità di incrementare la qualità della macchina giudiziaria, mettendo al centro il cittadino "che non deve avere paura del palazzo di giustizia ma avere fiducia in quel palazzo".

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