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"Caparbia e stacanovista". Chi è la ministra del Lavoro scelta da Giorgia Meloni

Dal 2005 alla guida del Consiglio nazionale dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro, Marina Elvira Calderone guiderà il ministero con sede in via Veneto. Tra le sue battaglie l'equo compenso per i professionisti e il taglio del cuneo fiscale

"Caparbia e stacanovista". Chi è la ministra del Lavoro scelta da Giorgia Meloni

Chi la conosce bene la descrive come una donna "caparbia". Una "stacanovista capace lavorare fino a diciotto ore al giorno" e allo stesso tempo una mamma e una nonna affettuosa. Marina Elvira Calderone, scelta da Giorgia Meloni per guidare il ministero del Lavoro, è nata a Bonorva, un piccolo comune in provincia di Sassari, nel 1965. A Cagliari si laurea in Economia Aziendale Internazionale e si specializza in Relazioni Industriali. Nel 1994 si iscrive all’Ordine dei Consulenti del Lavoro nel capoluogo sardo. E al mondo delle libere professioni dedica tutta la sua carriera.

Nel 2005 prende le redini del Consiglio nazionale dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro e per 17 anni porta avanti le istanze della categoria che conta 26mila professionisti, difendendone le prerogative e ampliandone le competenze. Chi ha lavorato al suo fianco ne parla come una donna "istituzionale", "attenta al protocollo", che ama circondarsi di persone "capaci e fidate". È sposata con Rosario De Luca, avvocato e consulente del lavoro anche lui, fino ad oggi membro del consiglio di amministrazione dell’Inps (incarico al quale pare abbia già rinunciato per evitare conflitti di interesse). I due sono anche soci della Calderone&De Luca STP, società con sede a Roma, Cagliari e Reggio Calabria che si occupa di consulenza del lavoro.

Dal 2009 dirige il Comitato unitario permanente degli Ordini e dei Collegi professionali (Cup), è vice presidente di Professioni Italiane, un’associazione che unisce il Cup e la Rete delle professioni tecniche ed è anche promotrice del Festival del Lavoro, l’appuntamento annuale dedicato ai professionisti del settore. Ha svolto attività di assistenza per le trattative sindacali e relazioni industriali, per la composizione alternativa delle controversie del lavoro, nei processi di riorganizzazione aziendale e nella gestione dei rapporti di lavoro in presenza di procedure concorsuali.

Insomma, il diritto del lavoro è il suo pane quotidiano e tra le sue battaglie più significative c’è quella per il riconoscimento dell’equo compenso ai professionisti. A firmare il ddl per la sua estensione alle imprese con più di 50 dipendenti, che doveva essere approvato lo scorso luglio in Senato, era stata proprio Giorgia Meloni. Su indicazione del ministero dell’Economia e delle Finanze dell’allora governo Renzi, dal 2014 al 2020, Calderone ha fatto parte del Cda di Finmeccanica. Nel 2019 è diventata presidente della W.A.L.P. – l’Associazione Mondiale delle Professioni Lavoristiche e dal 2021 è componente del è componente del consiglio direttivo dell’UNI, Ente Italiano di Normazione.

Nel 2019, durante il governo Conte I, il suo nome, sostenuto sia da Matteo Salvini che da Luigi Di Maio, spuntò per la corsa alla presidenza dell’Inps.

Ora le priorità sul tavolo di questo ministro tecnico, ma che negli anni ha condiviso diverse battaglie proprio con la leader di Fratelli d'Italia, sono il taglio del cuneo fiscale, per dare respiro a imprese e lavoratori, ma anche la revisione del reddito di cittadinanza, soprattutto per quanto riguarda la parte relativa alle politiche attive, e la sfida della riforma delle pensioni, per il superamento della legge Fornero.

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