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"Una catastrofe politica". Cacciari annienta la strategia di Letta

L'ex sindaco di Venezia boccia senza appello le mosse del segretario dem: "Un fallimento, così stravincerà la destra". Poi l'ulteriore bacchettata: "I precedenti segretari si sono dimessi per molto meno"

"Una catastrofe politica". Cacciari annienta la strategia di Letta

"Un disastro". Anzi no, di più: "Una catastrofe politica". Quella pronunciata da Massimo Cacciari nei confronti di Enrico Letta e della sua strategia elettorale è una sentenza di condanna totale, senza appello. Il che è tutto dire. Se, a quarantasei giorni dal voto, le critice più aspre al segretario dem arrivano proprio da sinistra, qualcosa significherà pure. Alla luce delle recenti vicissitudini legate al Pd, l'ex sindaco di Venezia non si è trattenuto e sul Fatto Quotidiano ha offerto la propria sconsolata analisi sulle mosse del leader di partito che sta guidando la coalizione anti-centrodestra.

"La sua è una catastrofe politica, la sua leadership ne esce sconquassata", ha decretato Cacciari, ricapitolando poi con altrettanto avvilimento le recenti peripezie dell'ex premier. "Letta diventa segretario e porta avanti una linea – a mio avviso sensata – di fare un'alleanza con il M5S. Dopo la caduta del governo Draghi questa finisce. Poi si trova di fronte alla scissione dei 5S e cosa fa? Imbarca solo Di Maio: ma dove vuoi andare con Di Maio? Una cosa ridicola", ha commentato l'ex sindaco di Venezia. Negativo anche il suo giudizio sulla successiva e fulminea alleanza con Azione.

"Letta va con Calenda per dare una parvenza di credibilità al centrosinistra ma dopo pochi giorni collassa anche l'intesa con lui, dopo la famosa foto col bacio", ha ancora ricostruito Cacciari, attribuendo a entrambi i leader la responsabilità dello strappo. "Che l'accordo fosse abborracciato lo avevano capito tutti. Così stravincerà la destra". Poi la bordata a Letta: "La sua linea politica è stata sconfessata per tre volte in pochi mesi: non so quale segretario avrebbe resistito a questo fallimento". L'allusione alle dimissioni, peraltro, non è stata poi così implicita. Incalzato sull'argomento, il professore ha infatti osservato: "Magari sotto le elezioni no, ma ricordo che i suoi predecessori si dimisero per molto meno. D'Alema lasciò dopo una sconfitta alle regionali, Veltroni dopo una vittoria elettorale. Sono casi infinitamente meno gravi di questo".

La profezia dell'ex sindaco di Venezia è stata però quella di un Enrico Letta che, anche dopo le elezioni, riuscirà a mantenere il proprio posto. "Non lascerà perché nessuno gli rinfaccerà la sconfitta e perché gli altri nel Pd sono tutti peggio di lui. E poi la sua strategia fallimentare non avrà grosse ricadute nelle urne, perché il blocco di elettori che votavano Pd continuerà a farlo". E il giudizio del prof è stato ancora più severo per i dirigenti dem: "Sono un insieme di politici che pensano solo a sopravvivere, che razzolano nel fondo del generoso barile della storia della Dc e della sinistra italiana.

Tutto questo senza avere un'idea di futuro".

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