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Il centrodestra ora cerca di consolidare la vittoria. Il nemico è l'astensione

Primo turno in Sicilia in quattro capoluoghi. Sfide chiave ad Ancona, in Toscana e a Terni

Il centrodestra ora cerca di consolidare la vittoria. Il nemico è l'astensione

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Sette partite da «dentro o fuori» e poi il primo turno in Sicilia (con quattro capoluoghi di provincia: Catania, Ragusa, Siracusa e Trapani). Il centrodestra chiamato a una nuova impresa. Nelle sette città dove tornano in gioco i due candidati più votati (Ancona, Siena, Massa, Pisa, Vicenza, Terni e Brindisi) non si possono fare pronostici. Almeno i diretti interessati parlano di una partita che ricomincia dallo 0-0. Vincerà, sostengono nella coalizione di governo, chi riuscirà a portare più elettori al seggio. Il vero nemico, sostengono, è l'astensione. Già al primo turno si era ridotto sotto il 60% e domenica e lunedì potrebbe abbassarsi ancora, magari sotto il cinquanta per cento. Di sicuro non ci sono apparentamenti di rilievo da segnalare. Insomma le due «squadre» partite al primo turno non vengono integrate - con rare eccezioni - al ballottaggio.

Ad Ancona il vantaggio di Daniele Silvetti (centrodestra), è stato di circa quattro punti al primo turno. Un risultato già di per sé storico. Nel capoluogo marchigiano si sono fatti vedere tutti i big della coalizione proprio perché si spera di fare il bis della vittoria in Regione di tre anni fa quando Francesco Acquaroli è diventato il primo governatore di centrodestra. Solo Silvetti è riuscito a creare un apparentamento. Al secondo turno vanta il sostegno di «Ripartiamo dai giovani», lista a sostegno di Marco Battino che porta in dote il 2,1% ottenuto al primo turno. A sinistra, invece, si va in ordine sparso. Ad Ancona come nel resto delle città in cui si consuma la sfida dei ballottaggi il Pd e i Cinquestelle non hanno trovato accordi di sintesi.

Anche a destra è mancata la sintesi laddove al primo turno appariva divisa. A Brindisi, per esempio, parte di Fratelli d'Italia (corrente Fitto) si è sfilata per sostenere un suo candidato. Al secondo turno gran parte di loro hanno mostrato ampio sostegno alla candidatura di Pino Marchionna ma non c'è stato alcun endorsement ufficiale. Come anche a Massa, dove il primo cittadino uscente, Michele Persiani, sostenuto da Lega e FI, si è imposto al primo turno con il 35,4% ma ha subito la concorrenza interna al centrodestra. Con il candidato di FdI, Michele Guidi, giunto al terzo posto con il 20%. Chissà, si chiedono nella città toscana, se quel 20% si tradurrà in un concreto aiuto per battere la concorrenza del candidato dem Enzo Romolo Ricci, che ha ottenuto il 30% di consensi ma che non può contare sul placet dei grillini. Situazione simile a Pisa dove il sindaco uscente sostenuto dalla coalizione unitaria di centrodestra, Michele Conti, ha mancato l'affermazione al primo turno per una manciata di voti, fermandosi al 49,9%. A sfidarlo ci sarà il candidato di Pd e M5s, Paolo Martinelli, che ha ottenuto il 41,1% di consensi. Complessivamente Conti ha ottenuto oltre 20.000 voti e può contare su un vantaggio di circa 3.500 voti rispetto al suo avversario. Pisa resta una delle poche piazze in cui il centrosinistra si ritrova unito. Unità invece soltanto desiderata a Vicenza dove il giovane Giacomo Possamai è risultato il più votato al primo turno, facendo sognare un ribaltone nei confronti del sindaco uscente, Francesco Rucco, spinto da tutto il centrodestra.

Le ultime due piazze al ballottaggio sono Siena e Terni. Nella città del Palio la sfida tutta al femminile tra la candidata della coalizione di centrodestra, Nicoletta Fabio (30,5%) e la candidata di dem Anna Ferretti (28,8%). A Terni invece il centrosinistra resta fuori dalla sfida. Il ballottaggio sarà tra Orlando Masselli, assessore uscente di Fratelli d'Italia.

Al primo turno ha ottenuto il 35,81%, mentre si è fermato al 28,14% Stefano Bandecchi, presidente della Ternana, patron di Unicusano e coordinatore nazionale di Alternativa Popolare.

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