Coronavirus

"In Cina tra un mese il virus si normalizzerà. Da noi rischi limitati"

Il microbiologo: "Nuove varianti difficilmente più aggressive. E sapremmo come affrontarle"

"In Cina tra un mese il virus si normalizzerà. Da noi rischi limitati"

«Tra un mese anche in Cina si assisterà ad una normalizzazione del virus. Omicron è arrivato in Oriente attraverso qualche messaggero occidentale e infetta una popolazione poco e male vaccinata».

Professor Massimo Clementi, vuol dire che la Cina ha consegnato all'Occidente il covid originario di Wuhan e ora noi gli restituiamo un virus meno pericoloso?

«Certamente, perché durante la fase pandemica più acuta loro hanno vaccinato con prodotti poco efficaci e hanno coperto meno del 30% della popolazione. Poi si sono chiusi in una bolla per 2 anni cercando di limitare le infezioni. In questo modo hanno evitato la variante Delta molto pericolosa e sono stati colpiti dal Covid solo ora, in una fase di evoluzione del virus molto diversa».

Ma come ha fatto ad arrivare Omicron in Oriente?

«Ci sono stati contatti con il mondo occidentale. Ma siccome Omicron è molto contagiosa ha trovato terreno fertile in una popolazione vergine dal punto di vista immunologico e il virus si è diffuso come una fiammata».

Omicron causa molti morti laggù?

«La comunità scientifica riceve pochissime informazioni ed è inaccettabile gestire una pandemia planetaria se mancano informazioni dalla Cina. L'Oms dovrebbe alzare la voce e farsi consegnare i numeri per capire la reale situazione. Comunque anche i cinesi infettati da Omicron che sono stati sequenziati in Italia accusano sintomi che colpiscono le vie aeree superiori. Così come avviene da noi».

Dunque che rischi corriamo?

«Direi limitati. Bene i controlli, bene i tamponi e il sequenziamento per monitorare nuove varianti dei passeggeri cinesi, ma non è il caso di farsi prendere dall'isteria. Per ora ciò che circola è il ceppo virale Omicron per cui siamo immunizzati con i vaccini moderni».

E se dovesse spuntare una variante più infettiva?

«Abbiamo gli strumenti che servono per fronteggiare un'eventuale mutazione del virus. Non credo che possa diventare più aggressivo, semmai più infettivo. Ma questa ipotesi non va affrontata con ansia».

Però la fase endemica è rinviata?

«C'era l'aspettativa che diventasse endemica. Adesso questa ripresa in Cina ci dà fastidio. Potrebbe arrivare una variante di disturbo».

Si parla di reintrodurre le mascherine al chiuso se la situazione dovesse complicarsi. Cosa ne pensa?

«La mascherina non la abbandonerei mai. Va sempre tenuta in tasca, è una precauzione giusta soprattutto in inverno nei luoghi chiusi dove c'è un'alta concentrazione di persone. È un atteggiamento giusto, positivo che protegge dal Covid e dall'influenza».

Ma ha senso fare la quarta dose?

«Assolutamente sì per i fragili, gli anziani e per chi ha pluripatologie. Difende dalla malattia grave, dall'ospedalizzazione. Anche Omicron può ammazzare chi ha problemi di salute.

I richiami vanno promossi il più rapidamente possibile».

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