Coronavirus

Col ritorno del Covid tornano anche i gufi. L'attacco al governo. "La Meloni ha fallito"

Le opposizioni premono per un nuovo piano: "Non vanifichiamo i sacrifici fatti". Il ministro Schillaci in costante contatto con la cabina di regia sui casi

Col ritorno del Covid tornano anche i gufi. L'attacco al governo. "La Meloni ha fallito"

Non verrà bloccato il traffico aereo. Ma tutti i passeggeri che arriveranno in Italia dalla Cina dovranno sottoporsi al tampone. È il minimo che il Governo possa fare per non mandare all'aria i tre anni di restrizioni e sacrifici fatti per combattere il Covid. E si spera che non sia troppo tardi.

L'ordinanza voluta dal ministro alla Salute Orazio Schillaci arriva infatti quando Pechino esplode di casi, a buoi già scappati dal recinto. Ma dovrebbe limitare i danni e proteggere il Paese. C'è un unico problema, a parte le tempistiche: oltre il 90% di chi arriva in Italia dalla Cina, fa scalo altrove, in Europa e Medio Oriente e potrebbe rendere difficile tracciamenti e test. Il virus verrà sequenziato e la misura si rende indispensabile per garantire la sorveglianza e l'individuazione di eventuali varianti.

Quella che al momento fa più paura è la sottovariante XBB.1.5, nota anche come Gryphon, la stessa che ha causato un'impennata di casi negli Stati Uniti e in Cina. Si tratta solo di un'ipotesi ma, secondo il virologo Francesco Broccolo, dell'Università del Salento, le coincidenze sono molte.

Ad oggi, alla vigilia della fine del decreto sulle misure anti Covid, la variante prevalente al 100% in Italia è Omicron. Da venerdì scorso il ministro si sta confrontando con la Cabina di regia dell'Iss per il monitoraggio sull'andamento dei contagi, Natale compreso. «Dalla Vigilia ha seguito l'esito dell'esecuzione dei tamponi sui passeggeri in arrivo a Malpensa provenienti dalla Cina e ha raccomandato il sequenziamento di tutte le varianti che possono emergere dai tamponi» specifica una nota del ministero della Salute. Schillaci, inoltre, «è in contatto da giorni anche con le autorità competenti degli altri Stati Ue per definire strategie condivise».

Le opposizioni chiedono a Schillaci di riferire in Aula nelle prossime ore: «Ci troviamo nel mezzo delle vacanze di Natale, milioni di persone si spostano attraverso l'Italia e l'Europa. Siamo preoccupati, vogliamo essere certi che siano attivate tutte le misure di prevenzione del caso» interviene in Senato l'esponente del Pd Beatrice Lorenzin, ex ministro alla Salute. «L'Italia non può vanificare quanto fatto finora» sostiene Mariastella Gelmini di Azione. E l'ex ministro Roberto Speranza va di affondo decretando (prematuramente) il fallimento delle politiche del nuovo governo: «La strategia della Meloni di far finta che il Covid non esiste più e che tutto sommato dei vaccini si può fare a meno mi pare fallita. Come sempre la realtà è più forte della comunicazione». L'ex sottosegretario alla salute Pierpaolo Sileri chiede che - a questo giro - ci sia una linea univoca e compatta europea. Tutti chiedono un piano. Cioè: va bene far scadere il vecchio decreto, ma con i contagi che stanno rientrando prepotentemente in Italia è necessario fare qualcosa. Che sia il potenziamento della campagna vaccinale e della quarta dose, che sia il ritorno alle mascherine prima del rientro a scuola. Ma forse è il momento di andare oltre rispetto alla linea del «Covid non esiste più» ed affrontare (senza allarmismi) la ripresa dei casi per fermarla sul nascere. Considerando che la quarantena declassata a cinque giorni senza tampone d'uscita è stata decretata sulla variante Omicron e non sulle possibili sottovarianti in arrivo.

«Le informazioni che arrivano dalla Cina sono preoccupanti - sostiene Agostino Miozzo, ex coordinatore del Cts - Dall'esperienza che ho avuto, ogni azione di attivazione della sorveglianza del territorio deve andare di pari passo con una strategia più complessa, dobbiamo essere attenti e preoccuparci di una pandemia che anche in Italia non è ancora risolta».

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