Coronavirus

Contagi al minimo da inizio anno. Sileri: "Le regole sono da rivedere"

Ieri 28.630 nuovi positivi, 16.050 ricoverati e 1.173 in terapia intensiva. Il sottosegretario sul pressing per abolire il green pass: "Normalità? Prima toglieremo le mascherine al chiuso"

Contagi al minimo da inizio anno. Sileri: "Le regole sono da rivedere"

Ventottomilaseicentotrenta. Il numero di contagi registrato ieri è il più basso del 2022, per trovare un dato inferiore bisogna risalire al 26 dicembre (24.883) ma si trattava del giorno dopo Natale. Cinque cifre che ci fanno sorridere, dopo tanta paura Certo, anche il numero dei tamponi fatti è particolarmente basso (283.891) e l'indice di positività è il più basso dell'anno (10,08 per cento). Oggi probabilmente si scenderà sotto quota 10.

I numeri non mentono: la quarta ondata, quella caratterizzata dalla variante Omicron, si avvia al declino. Una circostanza che spinge perfino il sottosegretario alla Salute Giampaolo Sileri, da sempre un pasdaran del rigorismo, ad allentare i cordoni della borsa: «Piano piano togliamo le regole fino a una completa normalità: il green pass potrà essere una delle ultime che potrà essere tolta. Stiamo parlando tra noi con la mascherina, al chiuso. Ecco, io vedrei prima una rimozione della mascherina al chiuso. Ma ancora prima rivedrei le regole per i positivi asintomatici», ha detto ieri a margine dell'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università del San Raffaele.

Vediamo quindi i numeri e cerchiamo di tracciare una road map del ritorno alla normalità. I casi, dopo un picco di 220.532 registrato lo scorso 11 gennaio, sono scesi moltissimo. Il picco dell'incidenza dei contagi toccato lo scorso 14 gennaio con 2.096,94 casi ogni centomila abitanti, ieri era di 791,57: in un mese è scesa del 62,25 per cento. A questo ritmo il 14 marzo potremmo aspettarci che sia sotto i 300 casi settimanali. Certo, verranno fatti sempre meno tamponi, ma è plausibile che l'indice di positività scenda attorno al 6-7 per cento. E del resto di solito meno tamponi si fanno più sono quelli «mirati» e quindi questo caso sarebbe particolarmente significativo.

Ma l'indicatore più importante riguarda l'occupazione dei reparti ospedalieri da parte dei pazienti Covid. Ieri si contavano 16.050 ricoverati positivi nelle aree non critiche dei nosocomi. Si tratta di soli dieci casi in meno rispetto al giorno prima, ma quel che conta è l'andamento tendenziale: i ricoveri scendono per il settimo giorno consecutivo, il calo rispetto al 25 gennaio è di 3.987 unità (-19,90 per cento in venti giorni) ed è prevedibile che tra un mese, il 14 marzo, saremo attorno a 11mila pazienti Covid ricoverati. Ancora migliore la performance per le terapie intensive: ieri i ricoverati erano 1.173, il dato più basso dal 28 dicembre. Il calo rispetto al giorno precedente è di 17 unità, in un mese il dato è sceso di 506 unità, con un calo del 30,14 per cento. Con l'andamento attuale tra un mese i contagiati gravi saranno all'incirca 800.

Colpisce molto anche il confronto con un anno fa, quando peraltro le regole erano molto più stringenti di oggi: il 14 febbraio 2021 i contagi erano più bassi di ieri (11.068) ma con un andamento in crescita. L'indice di positività era del 5,38 per cento ma anche in questo caso la curva stava salendo. Inoltre c'erano più ricoverati: 18.449 in area non critica e 2.085 in terapia intensiva. Appare chiaro che - se non si appaleseranno nuove varianti che al momento nono sono all'orizzonte - non vivremo la primavera 2021, caratterizzata tra fine marzo e inizio aprile da un picco dei casi (attorno ai 25mila quotidiani), di ricoveri in area non critica (29.337 il 6 aprile) e in terapia intensiva (3.743 lo stesso giorno).

L'unica nota stonata quella dei morti: ieri 281 decessi, più alto di un anno fa (221) ma in calo rispetto a un mese fa (360).

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