Cronaca nera

"Corpo integro e con gli stessi abiti". Ora l'esame del Dna dirà se è Saman

Seconda inchiesta della Procura per dare la caccia ai complici

"Corpo integro e con gli stessi abiti". Ora l'esame del Dna dirà se è Saman

Il corpo recuperato vicino l'abitazione della famiglia Abbas indossava gli stessi abiti che aveva al momento dell'interramento. Ci sono pochi dubbi, ormai, sul fatto che quel cadavere, trovato una decina di giorni fa nel casale diroccato di Novellara, possa essere quello di Saman.

Troppe piste portano gli investigatori in questa direzione, a partire dal fatto che è stato lo zio assassino, Danish Hasnain, ad indicare il punto esatto in cui sarebbe stata sepolta la diciottenne pachistana, considerata dalla famiglia ribelle perché rifiutava il matrimonio combinato.

«Quello che è emerso è senz'altro un corpo sostanzialmente integro, che si è ben conservato considerata la profondità nella quale è stato interrato per oltre un anno e mezzo - ha spiegato il procuratore di Reggio Emilia, Gaetano Calogero Paci -. È stato rinvenuto con gli stessi abiti che indossava la persona al momento dell'interramento. Adesso si tratterà di verificare anche l'integrità degli organi interni, perché è attraverso essi e su essi che si faranno tutte le indagini di tipo autoptico».

«Il contesto in cui il corpo è stato ritrovato e anche qualche elemento peculiare già consentono di formulare una probabilità di identificazione - ha aggiunto il pm -. La prova regina è quella del dna e quindi solo attraverso una comparazione positiva sarà possibile dire che si tratta del corpo di Saman Abbas».

La salma è stata dissotterra domenica in tarda serata, per essere portata un laboratorio di medicina legale dell'Università di Milano, dove saranno eseguite tutte le analisi del caso. Alle operazioni domenica erano presenti anche i pompieri, che nei giorni scorsi avevano messo in sicurezza quel casolare pericolante, per permettere all'archeologo forense di avvicinarsi il più possibile alla salma e portare alla luce i resti.

Gli accertamenti sono affidati dalla Corte d'Assise del tribunale di Reggio Emilia ai periti Cristina Cattaneo e Dominic Salsarola. Per il delitto sono chiamati a rispondere i due genitori, lo zio Danish Hasnain e due cugini, Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq e l'udienza è fissata a febbraio. Ora si attende l'estradizione del padre della vittima, Shabbar Abbas, che il Pakistan dovrebbe concedere. Ulteriori dettagli utili alle indagini potrebbero arrivare, oltre che dall'autopsia, anche dal risultato degli accertamenti eseguiti dal Ris su un mozzicone di sigaretta, su pezzi di tessuto e su due bottiglie ritrovate in quella cascina, distante solo settecento metri dalla casa dove la diciottenne viveva. Una casa che più di una volta Saman aveva provato a lasciare, per sfuggire al quel matrimonio in Pakistan. Ma era tornata, poco prima di morire, per riprendere i documenti, forse rassicurata dalle parole della mamma, che lasciavano intravedere un perdono. Proprio della donna, Nazia Shaheen, non si sa nulla, ma le autorità pakistane nei giorni scorsi hanno fatto sapere che la stanno cercando con tutti i mezzi.

Ci potrebbero essere, però, altri complici ad aver aiutato la famiglia a far fuori Saman ed è su questo punto che la procura di Reggio Emilia ha aperto un nuovo fascicolo di indagine, al momento contro ignoti.

Commenti