Entrambi sono sottosegretari alla Giustizia. Uno ha la delega al Dap, l'altro è al centro delle polemiche negli ultimi giorni, e da sempre in prima linea contro l'ammorbidimento del 41 bis ad Alfredo Cospito. Viste le premesse, e il clima di questo periodo, segnato da una chiara escalation delle azioni dimostrative, arriva la decisione di mettere sia il senatore leghista Andrea Ostellari che il deputato di Fdi Andrea Delmastro sotto scorta. A ufficializzarla sarà il prefetto di Roma nella riunione già fissata per venerdì prossimo, 10 febbraio, ma già adesso i due sono stati istruiti su come comportarsi prudentemente quali zone evitare, come gestire la corrispondenza ed è stata assegnata loro da subito una tutela: auto blindata e agenti armati. Troppe le segnalazioni di «attenzioni indesiderate» verso i due sottosegretari da parte della galassia anarco-insurrezionalista in mobilitazione per Cospito, segnalazioni che hanno finito per iscrivere Ostellari e Delmastro in cima all'elenco dei «nemici» dei compagni di lotta del detenuto anarchico trasferito da qualche giorno nel carcere di Opera e tuttora in sciopero della fame. Anche Chiara Colosimo, deputata Fdi, ha denunciato minacce ricevute via social: «Non mi faccio intimidire». E iin rete è comparsa anche una foto di Giovanni Donzelli a testa in giù.
Ostellari è finito fatalmente nel mirino per il suo stesso incarico di sottosegretario con delega al trattamento dei detenuti, esattamente la «materia» oggetto del contendere e al centro delle rivendicazioni dei blitz anarchici in Italia e all'estero. Delmastro, appunto, già da dicembre aveva espresso con chiarezza la sua linea di fermezza relativamente al 41 bis per Cospito di fronte agli attentati di matrice anarchica, per poi ritrovarsi con Giovanni Donzelli al centro dell'affaire sui contatti tra Cospito e i boss mafiosi. Sempre negando di aver diffuso notizie coperte da segreto. Ieri Delmastro ha riaperto il braccio di ferro col Nazareno per la visita fatta dai 4 parlamentari dem a Cospito e a due boss nel carcere di Sassari. Il Pd, ha detto in un'intervista a Il Biellese, «dovrà spiegare all'opinione pubblica quell'inchino ai mafiosi». Ossia, per Delmastro, l'aver assecondato la richiesta di Cospito, come riferito dal senatore Pd Walter Verini, di parlare prima che con lui con i boss suoi compagni di reparto a Sassari, Francesco Di Maio, Francesco Presta e Pietro Rampulla.In attesa della scorta, Delmastro finisce dunque nel mirino dei dem, furiosi.
«I nostri deputati sono sotto un deliberato linciaggio da parte di deputati di Fdi che risponderanno delle loro calunnie nelle sedi opportune. Calunnie che non intaccano la nostra storica posizione a favore del 41bis. Il capo del Governo continua a tacere, e quindi acconsente?», twitta Enrico Letta. Il Pd, insomma, dopo la mozione di censura contro Delmastro per chiederne le dimissioni, annuncia querele.
L'ultima bordata del sottosegretario innesca la reazione del partito, che chiede una presa di posizione «istituzionale», e suggerisce che il governo stia cercando di delegittimare l'opposizione. Anche rispolverando l'odore di ventennio, come fa il coordinatore di Articolo Uno, Arturo Scotto: «Mai visto un partito al potere invocare le dimissioni di parlamentari d'opposizione, accostandoli a mafia e terrorismo.
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