Le categorie parlano di «macigno», di «mazzata» su imprese e famiglie. I sindacati chiedono al governo di convocarli. I dati sull'inflazione pubblicati dall'Istat sono un balzo indietro nella storia: è stato raggiunto l'8 per cento su base annua, un livello «che non si registrava da gennaio 1986, quando fu pari a 8,2 per cento». A maggio l'inflazione era al 6,8. Anche nell'Eurozona l'indice vola, secondo il flash di Eurostat: l'inflazione è all'8,6 per cento in aumento rispetto all'8,1 di maggio. È una soglia mai registrata da Eurostat fin dalla nascita della moneta comune. Gli unici cali sono registrati in Germania (8,2 dall'8,7) e Paesi Bassi (9,9 dal 10,2).
In Italia invece l'accelerazione è costante. L'indice dei prezzi al consumo registra un aumento su base mensile, dell'1,2 per cento. L'inflazione acquisita per il 2022 è pari a +6,4 per cento. Ed è un effetto domino. Il primo, il più pesante, è quello sulla spesa: la corsa dei prezzi degli alimentari, lavorati e non, «spingono ancora più in alto la crescita di quelli del cosiddetto carrello della spesa», al +8,3. A maggio, l'incremento era stato del 6,7. Un dato allarmante, tanto che secondo un'indagine di Federdistribuzione con Ipsos, «9 italiani su 10 prevedono di attuare qualche strategia per ridurne l'impatto sulle proprie finanze, a partire da una riduzione dei consumi». Cioè «oltre un terzo degli italiani (32 per cento) non è disposta a pagare di più per l'acquisto di prodotti di qualità a fronte di un aumento superiore al 5 per cento del loro prezzo». Significa essere costretti a mangiare peggio.
I rincari sono del 39,9 per cento per i beni energetici non regolamentati come i carburanti e del 64,3 per quelli regolamentati, ma ci sono anche aumenti dell'8,8 per i beni alimentari e ancora più alti per la frutta e la verdura fresche. Il Codacons indica una «mazzata record» da 3.192 euro all'anno per una famiglia di quattro persone e prevede che l'inflazione raggiungerà il 10 per cento. L'Unione nazionale consumatori stima, solo per le bollette, un aggravio medio di 514 euro per la luce e di 394 euro per il gas e preme per tornare a prezzi amministrati. Per Federconsumatori gli aumenti determinano un aggravio di 2.384 euro annui a famiglia, «una cifra improponibile, che mette a dura prova i bilanci di quelle che versano in condizioni più disagiate. E diminuisce di oltre il 16 per cento il consumo di carne e pesce. Le famiglie scelgono verdure e ortaggi più convenienti, evitano sempre più spesso di mangiare fuori casa».
A incidere è ancora l'energia, per effetto anche della guerra in Ucraina: l'aumento su base annua è stato a giugno del 41,9 per cento rispetto al 39,1 di maggio. I prezzi al consumo al netto degli energetici e degli alimentari freschi che rappresentano la componente di fondo segnano +3,8 (era +3,2 a maggio) e quelli al netto dei soli beni energetici +4,2 (da +3,6). Sono aumenti che non si vedevano rispettivamente da agosto 1996 e da giugno 1996. «Se, al momento, gli effetti sui consumi appaiono ancora limitati - denuncia Confcommercio - è molto probabile che da settembre le famiglie saranno costrette a una selezione degli acquisti, con gravi effetti negativi sui consumi e, quindi, sul Pil». Confesercenti chiede di «salvaguardare la domanda interna» e di «trovare un'intesa a livello europeo per fermare la corsa dei prezzi di energia e gas». Preoccupati i sindacati. Il segretario della Uil, Pierluigi Bombardieri, denuncia «intollerabili speculazioni», e il leader della Cisl, Luigi Sbarra, chiede una nuova politica dei redditi di fronte a «un'emergenza che non ammette più rinvii o divisioni».
I rincari si abbattono anche sul turismo. A giugno il prezzo dei biglietti aerei è quasi raddoppiato rispetto al 2021, con un +90,4 per cento, sempre dati Istat. E solo rispetto al mese precedente è aumentato del 23,8. Con i carburanti alle stelle i prezzi sui trasporti toccano un +7,2 annuo. Più caro anche dormire in albergo: +18,1 annuo e +5,8 solo su base mensile. Secondo i dati di Confcommercio sono 28 milioni gli italiani pronti a partire per le vacanze estive, con una spesa media di 300 euro a testa per un week end, 540 per una vacanza tra 3 e 6 giorni, 1.250 euro per una superiore a 7 giorni, per un giro d'affari di 47 miliardi di euro compreso l'indotto.
Le stime tra lungo e settembre contano 62,8 milioni di partenze, dati da record, in linea con l'estate del 2019, che portano il ministro del Turismo Massimo Garavaglia a prevedere di superare a fine anno i livelli pre-pandemia.
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