Coronavirus

Crisanti: "Troppi errori Doveroso indagare". Ira di Fontana: "Basta tv"

Polemiche sul senatore del Pd ieri su RaiTre: "Pago l'integrità con la solitudine"

Crisanti: "Troppi errori Doveroso indagare". Ira di Fontana: "Basta tv"

Se la gioca da eroe Andrea Crisanti, microbiologo, senatore del Pd e soprattutto autore della perizia tecnica che costituisce l'architrave dell'inchiesta della procura di Bergamo su quello che accadde (o non accadde) nei primi drammatici giorni della diffusione del Covid nella provincia di Bergamo, in particolare per quello che riguarda la mancata istituzione della zona rossa nei comuni di Alzano e Nembro, in quel momento i più colpiti. Crisanti continua a incensarsi come il salvatore della patria, fingendo di dimenticare che giudicare oggi quello che accadde tre anni fa è quanto meno ingeneroso. Ma lui non demorde. Ospite di Lucia Annunziata a Mezz'ora in più il virologo non ha dubbi:«Il 26 febbraio ho fatto un'intervista al Giornale dicendo che bisogna chiudere tutta la Lombardia, ma questo non ha nulla a che vedere con la perizia».

Crisanti sostiene di non aver fatto «nessun atto di accusa nella perizia», però non ci va certo leggero: «È incontrovertibile che Paesi come la Corea del Sud, il Giappone, l'Australia, la Nuova Zelanda e il Vietnam hanno fatto benissimo. Allora c'è da chiedersi, perché questi hanno fatto così bene e noi così male? La ragione fondamentalmente è perché questi Paesi avevano le conoscenze tecnico scientifiche perché ogni anno devono affrontare malattie epidemiche gravi». Certo, «la pandemia è stata affrontata con grande dedizione dal personale medico, ne sono testimone di quanto si sia prodigato come tantissimi politici si sono prodigati, ma il problema non è di essersi impegnati: bisogna riconoscere, e questo va al di la della perizia, che ci sono Paesi che hanno fatto molto bene, ci sono Paesi che hanno fatto mediocremente e altri che hanno fatto male. E noi siamo nel mezzo». E il clima indulgente che si respira non gli piace: «Dire siamo tutti assolti, va tutto bene secondo me significa aprire la strada a una situazione di impreparazione la prossima volta. Chiudere gli occhi a un disastro significa aprire la strada a un altro disastro». Del resto «l'inchiesta è stata aperta a Bergamo perché lì ci sono stati seimila morti in più e alcuni parenti delle vittime hanno ritenuti di sporgere denuncia».

E poi c'è l'angolo dell'autocompatimento: «Mai come ora mi sono reso conto che il prezzo dell'integrità è la solitudine», dice il microbiologo. Che poi ammette di non aver parlato dell'inchiesta con nessuno, nemmeno del partito per il quale è stato eletto a Palazzo Madama: «Dal Pd non mi hanno detto niente, finora. Non ho parlato neanche con Speranza. Ma non penso sia opportuno, perché c'è in campo un'inchiesta».

A fare da contraltare a Crisanti in studio c'era l'infettivologo Matteo Bassetti in collegamento, che ha smontato l'idea di mettere alla sbarra chi si trovò ad agire allora: «In quel momento le scelte le facevamo al buio, io credo che il processo per quei giorni andrebbe fatto al virus. Oggi buttare tutto in vacca secondo me è profondamente sbagliato. Abbiamo commesso degli errori in buona fede: facciamo una commissione parlamentare, in cui tante persone dicono la loro, non solo Crisanti».

La Lega è irritatissima per la sovraesposizione mediatica del microbiologo che compare «quotidianamente in tv ribadendo le sue teorie accusatorie e sostenendo la doverosità dell'iniziativa giudiziaria», dice Jacopo Pensa che assieme a Federico Papa difende il presidente della Lombardia Attilio Fontana.

«La procura di Bergamo - conclude - ha il dovere di diffidare il proprio consulente da tali insistenti apparizioni».

Commenti