Interni

Cucchi dall'anarchico dopo il pellegrinaggio Pd. Sinistra isolata nei sondaggi sul carcere duro

Anche la deputata dei Verdi in visita. Ma il 67% degli italiani vuole più rigore

Cucchi dall'anarchico dopo il pellegrinaggio Pd. Sinistra isolata nei sondaggi sul carcere duro

La sinistra ha sposato la causa Cospito per la revoca del regime 41-bis a cui è sottoposto. Una delegazione formata da parlamentari di primissimo piano del Pd, lo scorso gennaio, è andata nel penitenziario di Sassari per fargli visita. Giovedì giorno a Opera, dove l'anarchico è stato recentemente trasferito, è arrivato il consigliere regionale di Più Europa Michele Usuelli, che è anche medico, ha parlato con lui mezz'ora, in piedi, e l'ha trovato «vigile, reattivo». Ieri invece è stato il turno di Ilaria Cucchi, da poco eletta deputata con Verdi e Sinistra Italiana, che invece ha trovato il detenuto in condizioni «a dir poco allarmanti». La Cucchi si è detta «provata» dall'incontro con Cospito, «le sue condizioni peggiorano e ahimè continueranno a peggiorare di giorno in giorno e lui non ha nessuna intenzione di interrompere questo sciopero della fame».

Un pellegrinaggio di massa che è sembrato strumentale persino al terrorista («Non voglio più vedere politici» ha riferito alla Cucchi durante il colloquio). Attenzioni che vengono rivolte solo all'esponente della Federazione anarchica informale, anche se attualmente - dati forniti dal Garante dei detenuti - i detenuti in sciopero della fame in Italia sono 32. Il caso politico però è lui, Cospito, diventato una battaglia anche della sinistra, ai suoi massimi livelli. A partire dall'ex ministro della Giustizia, Andrea Orlando, uno dei dem volati a Sassari per constatare le condizioni di salute di Cospito. I suoi tweet: «È urgente trasferire Cospito e revocare il 41 bis», scriveva il 30 gennaio. «Mi auguro che il ministro Nordio raccolga l'appello di giuristi ed intellettuali per la revoca del 41 bis a Cospito», aveva già twittato pochi giorni prima. Anche il vicesegretario Pd Peppe Provenzano chiedeva la revoca del carcere duro «in nome dello Stato di diritto». Una battaglia che sembra andare in direzione opposta rispetto a quello che pensano gli italiani. Se il Pd ha cavalcato il caso Delmastro-Donzelli pensando di colpire il consenso di Fdi e del governo, i primi sondaggi che stanno uscendo sulla vicenda raccontano una storia diversa. Già una rilevazione di Socialcom elaborata su dati della piattaforma BlogMeter spiega che il 90% degli utenti social esprime valutazioni negative sulla visita dei parlamentari Pd a Cospito, mettendo invece in primo piano la lotta a terroristi e mafiosi rispetto al loro trattamento in carcere. Un altro sondaggio conferma come il sentimento maggiormente diffuso sia più in linea con il centrodestra che con la sinistra. Secondo la rilevazione effettuata da Proger Index Research per Piazza Pulita, infatti, alla domanda se si debba sospendere il 41-bis per il terrorista anarchico, il 66,8% risponde No, mentre solo il 10,6% è d'accordo con il Pd sulla revoca (il restante 22,6% non sa o non risponde). Anche in generale il giudizio sulla utilità del regime restrittivo è abbastanza netto: più del 65% ritiene che il 41-bis sia utile per combattere mafie e terrorismo quando non basti la semplice detenzione, oltre il triplo rispetto al 19,6% che la ritiene una barbarie. Anche qui la sinistra sembra in minoranza rispetto all'opinione pubblica. E infatti i sondaggi sul gradimento dei partiti non intaccano il consenso dei partiti di centrodestra, in particolare di Fdi, il più coinvolto nella vicenda, attestato sempre attorno al 30% secondo Istituto Ixè (sondaggio realizzato il 2 febbraio, quindi a vicenda già esplosa). Non a caso nell'opposizione il Terzo Polo ci tiene a rimarcare la distanza dal Pd su questo tema. «Il 41 bis è una misura che ha permesso di sconfiggere la mafia: assurdo metterla in discussione come qualcuno tenta di fare.

Per questo trovo stonato che Orlando, ex ministro della giustizia, abbia preso certe posizioni sul caso Cospito» dice Raffaella Paita, capogruppo Azione-Italia Viva in Senato.

Commenti