Cronache

De Rienzo, fermato il pusher. Incastrato dal cellulare

Lamin, gambiano di 31 anni, tradito dalle celle telefoniche. In carcere in attesa del tossicologico

De Rienzo, fermato il pusher. Incastrato dal cellulare

Arrestato lo spacciatore dell'attore Libero De Rienzo. È un gambiano di 31 anni, Mustafa Minte Lamin, ad aver ceduto l'eroina sequestrata in casa dell'attore morto la notte del 15 luglio. È questa la dose letale? In attesa dell'esame tossicologico i carabinieri l'hanno ammanettato in flagranza mentre cede altre dosi di droga. Con lui è finito in carcere anche il suo compagno di stanza, un connazionale con il quale Lamin divide un appartamento a Torre Angela. Ieri la convalida del fermo.

A tradire il pusher africano le celle telefoniche che lo «agganciano» mercoledì 14 luglio davanti casa di De Rienzo. Non solo. L'esame dei tabulati sullo smartphone mostrano gli ultimi contatti, compresi i messaggi via Whatsapp tra l'attore di origini partenopee e lo straniero. Secondo la ricostruzione dei carabinieri della compagnia San Pietro, l'uomo si muove con i mezzi pubblici. Consegna a domicilio la «roba», poi se ne va indisturbato con in tasca solamente i soldi delle dosi vendute. Un salto di nuovo a casa e riparte per altre consegne.

Il giorno in cui incontra l'attore non c'è nessun testimone in strada, nessuna telecamera li inquadra. Nonostante ciò il suo percorso viene congelato, passo dopo passo, dalle celle telefoniche che registrano la sim del suo cellulare: dalla fermata della linea C della metro Ubaldo degli Ubaldi, fino al 49 di via Madonna del Riposo. L'uomo non parla, spera solo che gli esami di laboratorio non confermino l'ipotesi che De Rienzo sia morto dopo aver fumato la «polvere chiara» trovata, in parte, in una bustina mescolata a forti sedativi, anche questi trovati nel mezzanino della famiglia De Rienzo. Eroina, del resto, non letale se assunta da sola, stando alla bassa concentrazione di principio attivo, il 10% contro il 90 delle sostanze da taglio. Si attendono anche i riscontri sulla cenere e le cicche trovate nel portacenere, quello postato dall'attore su Instagram la sera del 14. Il «fuoco» che De Rienzo avrebbe acceso in una notte «africana», come scrive sul social pochi minuti prima dell'arresto cardiocircolatorio.

Lamin, a quel punto però, non è più con lui. Almeno stando a quanto «raccontano» ancora i tabulati telefonici. Solo al termine dell'indagine l'uomo potrà essere accusato di aver provocato la morte dell'attore vendendogli la droga oppure restare in cella con la sola accusa di spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti.

Il cadavere di Picchio viene trovato da un amico di famiglia, C.T., la sera del 15 luglio dopo l'allarme lanciato dalla moglie del protagonista di Fortapàsc, Marcella Mosca, a Napoli con i loro due bambini. Il marito non risponde al telefono da ore e l'uomo, in possesso delle chiavi, corre a dare un'occhiata. La scena che gli si presenta davanti è terribile. De Rienzo a terra sul corridoio di casa, la porta chiusa ma senza mandate. I medici del 118 non possono fare nulla.

Dopo l'autopsia la salma viene tumulata accanto a quella della mamma a Paternopoli.

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