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"La decontribuzione primo successo. Ora rivediamo l'Iva per molti settori"

Il sottosegretario azzurro all'Agricoltura: "Filiera in pericolo anche per Nutriscore". E per l'occupazione "ripensare ai voucher"

"La decontribuzione primo successo. Ora rivediamo l'Iva per molti settori"

Trecento milioni per la decontribuzione nel dl Sostegno, con un nuovo esonero parziale dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali delle aziende agricole. Inoltre, centocinquanta milioni al Fondo di sostegno aggiuntivo alle filiere del settore, dal florovivaismo alla pesca all'acquacoltura alla viticoltura, che vanno ad aggiungersi ai centocinquanta milioni previsti nella legge di bilancio. «Un nostro importante successo» dice il sottosegretario azzurro all'Agricoltura, Francesco Battistoni.

Le categorie interessate mantengono prudenza e chiedono procedure snelle. Su questi fondi si può contare?

«Ci si può contare, perché il modo più veloce per far arrivare i soldi è non toglierli: non dovendo anticipare e pagare i contributi, rimangono agli agricoltori. Le loro lamentele fanno forse riferimento alle lentezze sui ristori, ma le prime mosse di Draghi segnano cambiamenti».

Che cosa è cambiato con il governo Draghi?

«La velocità e un nuovo approccio, grazie al quale siamo passati dai codici Ateco alle partite Iva, per cui l'accesso è più semplice e estensivo. L'erogazione dei ristori avverrà entro aprile per il canale dell'Agenzia delle Entrate».

Le misure sono di entità sufficiente a risollevare le categorie più colpite?

«È un buon inizio. L'agricoltura ha lavorato anche nei momenti più bui ma ci sono settori per i quali dovremmo fare di più: penso alla compensazione Iva per suini e bovini, la posticipazione dell'Iva per il settore vitivinicolo, altre misure a sostegno di pesca e florovivaismo, che hanno avuto pesanti flessioni. Non solo per l'assenza di cerimonie, che pure penalizzato bomboniere, fiori e addobbi. In casa si beve ma non le bottiglie di prestigio degustate in ristorante e neanche le birre da pub. I fiori si usano anche per l'addobbo dei locali».

Il Nutriscore penalizza il cibo italiano o i consumatori sono più avveduti di quanto si creda?

«È un attacco alla dieta mediterranea che è patrimonio dell'Unesco, per il suo grande valore culturale e nutritivo, legato anche a longevità e lucidità mentale. Mettere il semaforo rosso su formaggi e prosciutti e non sulle bibite gassate mina l'intera filiera produttiva, dagli allevatori ai trasformatori alla distribuzione».

Come tutelare i consumatori?

«Noi italiani siamo d'accordo in maniera unanime per l'etichetta NutrInform Battery che esamina la quantità giornaliera raccomandata del prodotto e non i cento grammi su cui è basato il Nutriscore».

Moltissime persone, nonostante i tentativi di sanatoria, lavorano in agricoltura nell'illegalità.

«Siamo stati i primi a indicare il pericolo che potessero usufruire dell'ultima sanatoria più le colf che i lavoratori dei campi.

Noi crediamo che andrebbero aperti corridoi verdi, come hanno fatto altre nazioni, e che bisognerebbe ripensare al voucher in agricoltura: per questa strada si potrebbe arrivare a garantire un salario minimo legale per tutti».

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