Cronache

Dispersa in mare nell'incidente all'Argentario. Trovato dopo tre mesi il corpo dell'insegnante

Claudia Cartoni, romana, scomparsa a luglio dopo lo scontro tra due barche

Dispersa in mare nell'incidente all'Argentario. Trovato dopo tre mesi il corpo dell'insegnante

Trovato un cadavere in mare, lungo la costa livornese. In avanzato stato di decomposizione, il corpo è stato avvistato da un diportista tra le secche della Meloria e l'isola di Gorgona. Immediata la segnalazione alla Capitaneria di Porto che, nel pomeriggio di ieri, ha effettuato il recupero. Vestito solo di una maglietta, galleggiava bocconi.

Una volta a terra il primo esame del medico legale, secondo il quale la vittima è stata in acqua per alcuni mesi. Impossibile, per il momento, stabilirne il sesso. È il corpo di Claudia Cartoni, 60 anni, insegnante romana, caduta in acqua durante il drammatico incidente fra una barca a vela, la Vahinè, e un grosso motoscafo con a bordo quattro turisti danesi, Per Horup, 58 anni, Mikkel Horup, Tine Lehmann e Anna Maria Sorensen Durr? È il 23 luglio nel canale fra il Monte Argentario e l'isola del Giglio. I danesi sono salpati dall'isola di Giannutri e devono rientrare all'Elba, mentre la barca a vela è diretta al porto laziale di Riva di Traiano, Civitavecchia. Lo yacht, a forte velocità, passa sopra la barca a vela travolgendo l'uomo al pozzetto di guida. L'urto spezza in due la Vahiné. Andrea Giorgio Coen, 59 anni, muore nell'impatto, gli altri quattro compagni di viaggio, feriti, si salvano mentre di Claudia Cartoni si perdono le tracce. Dispersa, tanto che dopo un mese, alla fine di agosto, le ricerche vengono abbandonate. Tra i superstiti il marito della donna, Fernando Manzo, 61 anni, che si trovava al timone. Il pm Valeria Lazzarini della Procura toscana dispone il sequestro delle barche, portate in secca a Porto Ercole per gli accertamenti tecnici, e apre un'inchiesta per naufragio e omicidio colposo. Secondo le indagini, condotte dalla guardia costiera di Orbetello, la barca danese viaggiava a forte velocità e, si ipotizza, con il pilota automatico. Residente nella capitale, la donna, laureata in Scienze Motorie e tecnico federale di ginnastica artistica, da anni si occupa di assistenza ai bambini disabili. Un amore per il prossimo nato da quando la figlia Irene a pochi mesi di vita, nel 2002, viene colpita da un arresto cardiaco. Un dramma che le comporterà gravi danni cerebrali che la stessa madre racconterà in un libro. Durante le ricerche viene utilizzato un robot subacqueo in dotazione al Reparto sommozzatori dei Vigili del Fuoco, in grado di scendere fino a 150 metri di profondità. Operazioni che, finora, hanno dato esito negativo a causa delle forti correnti.

Quelle che, probabilmente, hanno portato il corpo a oltre 50 miglia marine di distanza, nel tratto di mare livornese.

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