
Della sconfitta generale di ieri sui referendum c'è un dato che più di altri dovrebbe far riflettere la sinistra, quella delle anime belle, quella più incline o affascinata dalla cultura woke: i «Sì» nei primi quattro quesiti - cioè quelli sul lavoro, sul jobs act e sulla sicurezza sul lavoro - sono stati superiori di 20 punti percentuali rispetto a quello che prevedeva di ridurre a cinque anni il periodo necessario agli stranieri extracomunitari per richiedere la cittadinanza italiana. Se il voto positivo sui primi quattro referendum, sia pure con un'affluenza intorno al 30% ben al di sotto del quorum, ha toccato punte tra l'85-l'89%, quello sul quinto ha toccato a malapena il 65%. Cioè il 35% degli elettori che si sono recati alle urne rispondendo all'appello della Schlein, di Conte e di Landini (quindi presumibilmente di sinistra visto che il centro-destra ha optato per l'astensione) hanno votato contro.
Era il referendum su cui Giuseppe Conte aveva lasciato la libertà di voto ai grillini ma ciò non basta a spiegare una cifra molto al di sotto rispetto a quelle degli altri temi portati al giudizio degli elettori. La verità è che le scorciatoie su argomenti così sensibili in una fase così delicata sul piano internazionale e sul piano sociale non vanno da nessun a parte. La gente è concentrata - è una verità che si può accettare o meno - sulla propria condizione e non su quella degli altri. È inutile girarci attorno e questo avviene a sinistra come a destra.
Di più sul referendum sulla cittadinanza non funziona neppure l'azzardo della Schlein che puntava a raggiungere un risultato superiore ai voti presi dal centro-destra nelle ultime elezioni politiche (arriva appaiata per cui in questa logica diventa evidente che per imporsi avrebbe bisogno dei voti di centristi come Renzi e Calenda), visto che quel risultato, intorno al 65%, equivale all'incirca 9 milioni di voti. E quelli che mancano nel raffronto con i risultati degli altri quesiti sono tutti voti di sinistra.
È un po' il problema del massimalismo che se addirittura non premia su questioni che, in modo più o meno sbagliato, intervengono sugli interessi primari per non dire sull'identità di un certo elettorato, diventa addirittura controproducente quando si allarga ad argomenti che la base di consenso della sinistra giudica relativamente suoi come le garanzie da dare agli immigrati presenti sul territorio nazionale. È una reazione d'istinto, che qualcuno giudicherà psicologica o addirittura irrazionale, che appartiene però anche a componenti sociali che fanno parte dell'universo della sinistra. Un dato di fatto che il gruppo dirigente e il mondo intellettuale de la gauche rifiutano di riconoscere anche se in ogni occasione lo toccano con mano.
Del resto è un fenomeno che non nasce ora e che ha fatto la fortuna della destra sovranista in Europa (vedi Orban, la Le Pen, l'Olanda e adesso anche la Polonia) e che è stato alla base del singolare rapporto che ha spinto pezzi della cosiddetta classe operaia americana (anche se il termine può apparire desueto) ad appoggiare un miliardario ultraconservatore come Donald Trump. Ed è un meccanismo profondo su cui hanno cominciato a riflettere nelle loro politiche anche i partiti moderati e una certa sinistra riformista in Europa: basta pensare ai popolari tedeschi, ai laburisti inglesi per non parlare dello stesso Macron. Del resto ci sarà un motivo se anche a Bruxelles riflettono sull'esperienza del centro migranti messo in piedi in Albania dal nostro governo.
Ora ci sono mille soluzioni sul tema immigrazione, condivisibili o meno, l'unica cosa che non si può fare - e che invece la sinistra italiana fa - è non affrontare un tema che si porta dietro diverse tematiche, a cominciare dalla sicurezza, che toccano l'immaginario dell'elettorato sia a destra come a sinistra. E purtroppo l'assenza di una politica adeguata sul tema dell'immigrazione, dell'accoglienza e dell'integrazione da parte della sinistra finisce per penalizzare gli stranieri che vivono in Italia da diversi anni.
Se non hai la capacità di regolare l'afflusso dei nuovi migranti finisci per ledere gli interessi di chi già si è stabilito da noi perché l'opinione pubblica sarà sempre diffidente, ad esempio, verso le scorciatoie temporali per avere la cittadinanza. A destra come a sinistra.