Qatargate

Dubbi su Panzeri. L'investigatore: "Ci prende in giro tutti"

Quello che è stato depositato ieri mattina agli atti dell'inchiesta sul Qatargate apre altri pesanti interrogativi sui metodi e sulla tutela dei diritti del sistema giudiziario del Belgio

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Quello che è stato depositato ieri mattina agli atti dell'inchiesta sul Qatargate apre altri pesanti interrogativi sui metodi e sulla tutela dei diritti del sistema giudiziario del Belgio. È l'audio di una conversazione registrata tra uno degli indagati, Francesco Giorgi, compagno dell'ex vicepresidente del parlamento Ue, Eva Kaili, e il capo degli investigatori, Ceferino Alvarez Rodriguez. Nell'audio l'ispettore demolisce l'attendibilità del pentito Antonio Panzeri (foto) considerato il perno di tutta l'inchiesta. È il 3 maggio 2023, Giorgi riceve una visita a casa senza preavviso del braccio destro nelle indagini dell'allora giudice istruttore Michel Claise, che si è dimesso dal caso per conflitto di interessi e ora si è candidato alle elezioni in Belgio. Rodriguez si reca da Giorgi per riconsegnarli un cellulare sequestrato, e lui insospettito registra il dialogo di nascosto. «Non crediamo a niente di quello che dice Panzeri. Sappiamo benissimo che ci sta prendendo in giro» dice l'ispettore a Giorgi. Panzeri aveva firmato un accordo di pentimento con la Procura, in cambio della liberazione della moglie e della figlia. Le sue dichiarazioni sono alla base dell'impianto accusatorio, e avevano portato gli arresti di altri europarlamentari, Marc Tarabella e Andrea Cozzolino, che al momento del dialogo registrato erano ai domiciliari. La stessa Kaili era stata tirata in ballo da Panzeri in un pentimento che si sta rivelando sempre più controverso, ed è stata costretta per 4 mesi al carcere preventivo. L'ispettore parla così del sistema belga: «La giustizia è controllata con i fili dai politici. Avrò fiducia nella giustizia il giorno in cui giudici e pubblici ministeri non saranno nominati politicamente». E ancora: «E per fortuna ci sono gli avvocati! te lo dico sinceramente. Non possiamo avere fiducia nella giustizia».

Se le dichiarazioni di Panzeri non trovassero riscontri, potrebbe crollare l'intera inchiesta.

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