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Le due navi in porto sfidano l'Italia: "Sbarchino tutti". Il Viminale non cede: battaglia di principio

Il capitano che vuole emulare Carola Rackete, le Ong che nel loro mondo alla rovescia danno ordine a Stati e governi e falangi di avvocati pronti alla battaglia legale

Le due navi in porto sfidano l'Italia: "Sbarchino tutti". Il Viminale non cede: battaglia di principio

Il capitano che vuole emulare Carola Rackete, le Ong che nel loro mondo alla rovescia danno ordine a Stati e governi e falangi di avvocati pronti alla battaglia legale. A Catania va in scena lo sbarco dei «fragili» dalle navi dei talebani dell'accoglienza e il rifiuto di riprendere il largo con gli altri rimasti a bordo. Il governo, però, non intende mollare come spiegano fonti del Viminale: «La battaglia è di principio. Non tanto se sbarca un migrante in più o in meno, ma per dare un messaggio forte e chiaro all'Europa diverso da quello del governo precedente», che alla fine concedeva sempre il via libera alle Ong. L'apertura della Francia al ricollocamento, si spera celere, di una quota di migranti «è una prima risposta significativa». Ancora più importanti «le parole del Papa che chiedono all'Europa di non lasciare sola l'Italia» spiegano dal Viminale.

Le Ong non hanno alcuna intenzione di far ripartire le loro navi con i migranti, che non dovrebbero scendere, ma questa è la linea del Piave: «Verranno denunciati i comandanti all'autorità giudiziaria - spiega la fonte governativa - E se non fosse efficace si interverrà con una nuova norma ad hoc».

Chi è in prima linea ammette che «alla fine si rischia che sbarchino tutti. La palla dovrebbe passare alla Guardia di Finanza, la polizia del mare, che su ordinanza della magistratura potrebbe sequestrare le navi che non rispettano l'ordine di andarsene facendo di fatto scendere i migranti». Se così non fosse interverrà il governo con un nuovo decreto.

L'ultimo scontro con le Ong è iniziato nella notte fra sabato e domenica quando nave Humanity 1, dei talebani dell'accoglienza tedeschi, attracca al porto di Catania. Il decreto intergovernativo recita «solo per il tempo necessario» a sbarcare minori, donne in difficoltà, disabili, ovvero i «fragili». Alla fine sono stati fatti scendere 144 migranti compresi 102 minori in gran parte non accompagnati. Le operazioni di «selezione» considerate «illegali e inumane» dalle Ong vengono svolte dai medici di Usmaf, gli uffici della sanità marittima. Sicuramente non è possibile accertare a bordo l'età dei minori che si dichiarano tali, ma potrebbero avere più di 18 anni.

Sulla Humanity sono rimasti in 35 e intorno alle 11.30 di ieri è stata intimato alla nave di lasciare il porto con i migranti. Il capitano, Joachim Ebeling, ha rifiutato, come se fosse normale, sulla falsariga di Carola Rackete, pasionaria tedesca, che aveva addirittura forzato l'ormeggio alla banchina con una nave delle Ong. «Non posso lasciare il porto di Catania - ha annunciato il comandante - Sarebbe contro le leggi andare via con i sopravvissuti». La procura di Catania ha aperto un'inchiesta sulla possibile presenza di scafisti su Humanity 1. Ma il comandante ha già fatto sapere di aver fatto ricorso al tribunale civile. Si preannuncia una guerra a carte bollate. Sulla banchina una trentina di attivisti di sinistra ha accolto la nave gridando «tutti liberi e tutte libere». E il parlamentare agitprop, Aboubakar Soumahoro, pure lui in porto ha confermato che i legali del gruppo «Avvocati dei diritti umani» è all'opera. Lo stesso copione riguarda nave Geo Barents, di Medici senza frontiere, attraccata ieri a Catania, con 572 migranti. Ancora prima di arrivare Msf aveva messo le cose in chiaro contro qualsiasi «sbarco selettivo» dando ordini allo Stato e al governo. «Tutti coloro a bordo della Geo Barents devono poter sbarcare immediatamente, per ricevere assistenza e vedere riconosciuto il loro diritto a chiedere protezione» ha dichiarato Juan Matias Gil, capo missione di Medici Senza Frontiere. Fino a ieri sera erano già stati «selezionati» e sbarcati 357 migranti (56 minori non accompagnati, 3 donne e 41 componenti di nuclei familiari), sulla nave ne sono rimasti 215.

Al largo rimangono due navi: Rise Above, con 95 migranti, già in in acque territoriali e Ocean Viking ancora in acque internazionali. In realtà seguiranno anche loro il copione delle altre due, ma Sos Mediterranee, Ong franco tedesca della Ocean Viking, forse attenderà la decisione del governo di Parigi sul ricollocamento dei migranti. L'annuncio è previsto per martedì, ma solitamente ci vogliono mesi e viene accettati solo chi ha diritto all'asilo in numero minimo.

In tutto rimangono 846 persone da sbarcare dalle navi delle Ong, ma altre 500 sono già state segnalate da Alarm phone, il centralino dei migranti, nella zona di ricerca e soccorso maltese.

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