Cronache

Ercolano, resta in cella il killer: "Sparò per uccidere"

Il camionista: "Più colpi, ma nel buio". Il giudice: "Abile tiratore, non ha lasciato scampo"

Ercolano, resta in cella il killer: "Sparò per uccidere"

«Sì è vero ho sparato più volte, ma nel buio». Resta in carcere Vincenzo Palumbo, fermato venerdì per il duplice omicidio volontario di Giuseppe Fusella, 26 anni, e Tullio Pagliaro, 27 anni.

Lo ha deciso il gip di Napoli, Carla Sarno, confermando il carcere per l'autotrasportatore 53enne che ha fatto fuoco con la Beretta legalmente detenuta in via Marsiglia, località San Vito, a Ercolano, perché avrebbe scambiato gli studenti in auto per ladri. L'uomo ieri ha rilasciato dichiarazioni spontanee, ma il gip, dopo l'interrogatorio di garanzia nel carcere di Poggioreale, ha ravvisato concreti gli indizi raccolti e il rischio di fuga e reiterazione del reato. «Palumbo ha riferito di avere visto l'auto, la Fiat Panda, solo quando è partita a tutta velocità e di avere sparato in un punto buio - ha raccontato il suo legale Fioravanti De Rosa -. Non l'aveva neppure immaginata l'eventualità di colpire la vettura e, addirittura, chi c'era all'interno. Se ne è reso contro solo quando l'auto si è schiantata contro un muretto dell'abitazione, dove è rimasta, in moto, per 5-10 minuti prima che Palumbo si avvicinasse. Trascorso questo lasso di tempo il mio assistito ha deciso di accostarsi alla vettura e una volta nelle vicinanze ha udito dei lamenti. A questo punto si è allontanato e ha chiamato il 112».

L'uomo a settembre aveva subito un furto in casa e ha detto di essere stato svegliato tra giovedì e venerdì notte dal sistema di allarme della sua villetta. La Procura di Napoli però, sulla base delle indagini dei carabinieri di Torre del Greco, non trova credibile la sua ricostruzione. Ha infatti raccontato di aver colto di sorpresa uno dei due giovani all'interno della sua proprietà il quale sarebbe scappato nell'auto dove lo attendeva l'amico. La sequenza e la direzione dei colpi esplosi dal 53enne oltre che il numero (11 proiettili di cui 5 hanno raggiunto l'auto in movimento) secondo gli investigatori rivelerebbero «una condotta intenzionalmente e senza giustificazione rivolta a cagionare la morte violenta dei ragazzi». Domani si dovrebbero svolgere le autopsie, mentre proseguono le indagini per far luce su ogni aspetto della tragica vicenda, che ha scosso Ercolano e Portici, il comune nel quale i giovani vivevano. Ieri a Ercolano sono stati ascoltati alcuni parenti di Giuseppe e Tullio, per capire perché i due si trovassero in quella strada isolata a quell'ora della sera. L'ipotesi più attendibile è che, dopo aver visto giovedì in un locale la partita del Napoli, si fossero persi o cercassero l'abitazione di un amico. «Ci affidiamo completamente ai magistrati per fare luce su questa tragedia che ci ha distrutto la vita - ha detto la famiglia Pagliaro, assistita dall'avvocato Maurizio Capozzo - nella certezza che sarà fatta giustizia per un crimine di una ferocia inaudita che non ha spiegazioni e non merita commenti».

Il giorno dei funerali a Portici sarà lutto cittadino.

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