Cronaca nera

"Una famiglia per bene, lei volontaria in oratorio"

"Una persona mite, serena, gentile". Così Giovanni Santini, sindaco di Nuvolento, comune di poco meno di 4mila abitanti nel bresciano, descrive Raffaella Ragnoni, 56 anni

"Una famiglia per bene, lei volontaria in oratorio"

«Una persona mite, serena, gentile». Così Giovanni Santini, sindaco di Nuvolento, comune di poco meno di 4mila abitanti nel bresciano, descrive Raffaella Ragnoni, 56 anni. Casalinga piena di interessi, dal volontariato in parrocchia al servizio pedibus con i bambini delle elementari, è stata fermata sabato notte per l'omicidio del marito, Romano Fagoni. «Sono stata io» ha ammesso quando sono arrivati i carabinieri.

Sindaco Giovanni Santini, nella vostra piccola comunità vi conoscete tutti. Che persona era Fagoni?

«Non lavorava più da alcuni anni e, a differenza dalla moglie che era molto attiva, si vedeva poco in paese. Di recente ha anche avuto dei problemi di salute, era stato dimesso da poco dall'ospedale».

I social network di entrambi sono pieni di foto di vacanze, al lago, in montagna, all'estero. Secondo lei che famiglia era?

«Vivevano in una piccola casa di cortile. Al primo piano stava la coppia con il figlio più piccolo, al piano terra c'era la madre anziana. Era malata anche lei, aveva bisogno di assistenza. Forse, ma è una mia supposizione, anche questo ha creato qualche dissapore nella coppia».

Ragnoli era conosciuta in paese?

«Sì, assolutamente. Era una persona mite, serena, gentile, sempre disponibile a dare un mano con le attività dell'oratorio, come organizzare le feste per i bambini, per esempio. In epoca pre-covid ha anche fatto volontariato nel servizio pedibus del comune e accompagnava gli alunni delle primarie nel tragitto casa-scuola. Aveva anche degli interessi: in passato ha cantato nel coro della chiesa e poi si teneva in forma: faceva footing la mattina, con alcune amiche».

Anche il figlio è stato è stato indirettamente vittima, assistendo all'omicidio del padre.

«Lo conosco, è un ragazzo splendido come la sorella maggiore. Non so davvero come sia stato possibile».

Secondo una prima ricostruzione degli investigatori, il delitto non è stato premeditato, anche se pare che in famiglia ci fossero spesso delle liti. Qualcuno ha parlato anche di «carattere autoritario» della vittima. Le risulta?

«Io non ho mai assistito a discussioni o sentito di particolari tensioni. Personalmente non ci ho dormito tutta la notte.

La nostra comunità è rimasta profondamente turbata, spero che al più presto venga fatta luce».

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