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Fisco, l'apertura della premier "Basta con gli oneri ingiusti"

Meloni rilancia la sua riforma per un nuovo patto sulle tasse: "Meno burocrazia e regole contabili chiare"

Fisco, l'apertura della premier "Basta con gli oneri ingiusti"

C on un video messaggio da Palazzo Chigi inviato agli stati generali dei commercialisti, la premier Giorgia Meloni ricorda la linea del governo in materia fiscale. Un fisco meno «vessatorio», un cambio di approccio e semplificazione burocratica, sono i fari di una legge delega che l'esecutivo spera di licenziare prima dell'estate. Propone «un nuovo Patto fiscale per l'Italia» Meloni, che sia «una nuova era nei rapporti tra Fisco e contribuenti, tra Stato e cittadini, cioè ispirata alla reciproca fiducia e al riequilibrio dei rapporti».

La premier ricorda che «ben prima dall'inizio di quest'esperienza di governo, consideriamo voi commercialisti e tutti i professionisti degli interlocutori privilegiati. Il mondo delle professioni è al centro dell'azione del governo, in coerenza con quello che abbiamo sempre pensato e sostenuto». Per tale ragione «questo governo ha voluto coinvolgere voi commercialisti nel lavoro di scrittura della delega fiscale». Per la premier quella del Fisco è «una riforma che l'Italia aspettava da 50 anni e che noi consideriamo fondamentale per rilanciare la crescita e creare un rapporto completamente nuovo tra lo Stato e il contribuente, un rapporto di fiducia, semplificando gli adempimenti e assicurando maggiori garanzie contro un Fisco che troppo spesso è sembrato vessatorio». É il punto centrale su cui insiste Meloni. Che parlando alla categoria ricorda anche l'amica commercialista Nicoletta Golisano, uccisa a Roma lo scorso dicembre durante un'assemblea di condominio: «Una professionista con senso del dovere eccezionale».

Meloni elenca alcune misure allo studio della delega, dal graduale superamento dell'Irap alla sospensione dell'invio degli atti di accertamento ad agosto, un segnale distensivo del Fisco verso i professionisti. «Sono tanti gli obiettivi che ci prefiggiamo con questa riforma: ridurre il carico fiscale, premiare chi produce e lavora di più con una tassa piatta agevolata sugli incrementi di salario, sostenere chi investe e assume in Italia secondo il principio più assumi, meno tasse paghi, cioè più è alta l'incidenza di lavoro, di manodopera, in rapporto al fatturato e meno tassi devi allo Stato, perché più lavori crei e più aiuti lo Stato». E ancora, «scrivere regole contabili chiare e certe per liberare le migliori energie della nostra Nazione e rendere più attrattiva l'Italia a livello internazionale per chi vuole investire e produrre in Italia». Meloni riconosce che è «un programma ambizioso, però come si sa la determinazione non ci manca. E ci auguriamo di continuare a vedervi al nostro fianco in questo percorso, così come avete fatto finora», dice ai commercialisti. Si riferisce «ai tanti contributi che avete proposto e che in molta parte sono stati accolti. Penso alla sospensione nel mese di agosto dell'invio degli atti di accertamento e allo spostamento dei termini di versamento che ricadevano nel periodo di pausa feriale in modo da rendere più sereno il rapporto tra Fisco, contribuenti e consulenti. Ricordo - conclude il capo del governo - anche il graduale superamento dell'Irap per le associazioni tra professionisti così da dare un forte impulso alle aggregazioni professionali». Dopo di lei interviene in assemblea il viceministro all'Economia Maurizio Leo, e si dice «convinto che si possa licenziare la delega prima della pausa estiva». Così tra «settembre e dicembre possiamo licenziare i primi decreti legislativi». Il governo punta a «tirare fuori i testi unici immediatamente nei primi mesi del 2024». Leo ribadisce la linea della semplificazione: «É opportuno semplificare la dichiarazione dei redditi, ridurre i dati richiesti». E «rivedere i meccanismi delle tax expenditure. Oggi abbiamo 227 crediti d'imposta per 36 miliardi.

Alcuni sono sacrosanti, ma si può fare una bonifica».

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